Tempio Pausania, il giudice arrestato contrattacca | “No favori, ma solo cortesie. Sono addolorato”

di Redazione

» Cronaca » Tempio Pausania, il giudice arrestato contrattacca | “No favori, ma solo cortesie. Sono addolorato”

Tempio Pausania, il giudice arrestato contrattacca | “No favori, ma solo cortesie. Sono addolorato”

| lunedì 05 Dicembre 2016 - 20:54

“Non favori legati alla mia professione, ma reciproche cortesie nell’ambito di un rapporto amicale, creatosi per il tramite di amici comuni ma successivamente alle sentenze emesse nei loro confronti”. Così si è difeso per oltre tre ore davanti al gip di Roma, Vincenzo Cristiano, il giudice del tribunale di Tempio Pausania finito ai domiciliari per corruzione.

L’uomo, secondo l’accusa, avrebbe favorito processualmente alcuni suoi amici imprenditori, Umberto Galizia, 45 anni di Napoli, e Manuel Spano, di 38 di Olbia in cambio di regalie. Entrambi i soggetti si trovano ai domiciliari per concorso in corruzione. Cristiano “si è difeso da uomo di Stato – sottolineano i legali – sempre nel rispetto delle istituzioni, anche se, avendo la coscienza pulita, è addolorato da quanto accaduto”.

Il giudice ha ribattuto a tutte le contestazione dei pm romani: “Il nostro assistito – spiega l’avvocato Azzena – ha adottato nei confronti dei soggetti indagati assieme a lui dalla Procura, due provvedimenti: il primo restrittivo per Umberto Galizia, ritenuto dal Tribunale del Riesame più che legittimo e adeguato alla condotta illecita”.

“Il secondo di assoluzione nei confronti di Manuel Spano, in quanto le prove accusatorie erano insufficienti, anche questo un giudizio ineccepibile. In seguito a queste sentenze il giudice ha instaurato con i due un rapporto amicale privato, che nulla aveva a che fare con la sua professione in tribunale”.

Secondo gli inquirenti, invece, tra Cristiano e gli imprenditori ci sarebbe stato uno scambio: “utilità” ricevuti dal giudice per agevolare Spano e Galizia nei procedimenti penali in cui si fossero trovati coinvolti. Durante l’interrogatorio, Cristiano, nell’inquadrare il suo lavoro, avrebbe anche parlato di un clima “pesante” nel palazzo di giustizia di Tempio tra la Procura e l’ufficio giudicante.

I difensori hanno chiesto per il loro assistito la revoca della misura cautelare “per totale assenza delle esigenze cautelari e insussistenza dei gravi indizi di colpevolezza”. “Speriamo nell’accoglimento delle nostre richieste – commenta l’avvocato Azzena – al di là dell’aspetto professionale, il giudice Cristiano è un amico e una persona che stimiamo profondamente”.

Edizioni Si24 s.r.l.
Aut. del tribunale di Palermo n.20 del 27/11/2013
Direttore responsabile: Maria Pia Ferlazzo
Editore: Edizioni Si24 s.r.l.
P.I. n. 06398130820