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Milano, proseguono le indagini su Anis Amri | Perché si trovava a Sesto San Giovanni?

Le indagini sulle azioni di Anis Amri proseguono. Dopo l’uccisione dell’attentatore di Berlino a Sesto San Giovanni (Milano), ora vengono passate al setaccio le azioni e gli spostamenti del tunisino in cerca di risposte sulle motivazioni dietro i propri spostamenti nei giorni successivi alla strage in Germania, che ha mandato a Milano i propri agenti a supporto della polizia italiana.

>IL PROFILO DI ANIS AMRI

Al centro dell’indagini vi è prima di tutto il motivo per cui Amri si sarebbe spostato verso l’Italia: il terrorista dopo l’attentato è infatti riuscito a varcare il confine tedesco e e salire su un treno (un TGV) in partenza da Chambery. Non è chiaro se già allora avesse con sé la pistola poi rinvenuta a Sesto, mentre è certo che fosse privo di documenti (circa 150 euro i contanti che aveva con sé).

L’uomo avrebbe attraversato la Francia per poi raggiungere l’Italia scendendo a Torino a porta Susa, sostando per 2 ore circa prima di continuare a spostarsi verso la Lombardia in autobus: stando alle immagini ottenute dalla Digos non avrebbe incontrato nessuno in questa fase. Poi l’arrivo a Milano, alla stazione Centrale, in piena notte, l’arrivo della polizia a Sesto per un controllo casuale e il conflitto a fuoco, in cui Amri viene ucciso.

>I POLIZIOTTI EROI DI SESTO SAN GIOVANNI 

Secondo il Questore di Milano Antonio De Iesu, Amri era da definirsi “un fantasma, un latitante pericolosissimo che, da libero avrebbe potuto compiere altri attentati”. La Digos prosegue nelle indagini per scoprire eventuali contatti con altre persone: tra i suoi effetti personali, infatti, è stata ritrovata una scheda sim, che potrebbe essere stata usata per contattare potenziali terroristi, dei contatti che potrebbe aver conosciuto durante la detenzione in carcere a Palermo, al fine di organizzare un attentato anche in Italia, oppure suo nipote, che ha ammesso alla polizia di essere stato in contatto con lo zio.

>L’ARRESTO DEL NIPOTE DI ANIS AMRI

Possibile anche che Amri fosse a Sesto in cerca di documenti falsi, in cerca di un rufigio per poi proseguire nella propria fuga fuori dall’Europa: la moschea di Sesto San Giovanni è stato in passato oggetto di indagini per la fabbricazione di documenti falsi e da Sesto patron quotidianamente pullman diretti verso l’Europa dell’Est.

Andrea Zito

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Andrea Zito
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