Eugenio Corini si sfoga in conferenza stampa alla vigilia della trasferta contro il Sassuolo: il tema è ovviamente il rapporto con Zamparini e le voci insistenti di un suo imminente esonero dalla panchina rosanero.
Corini non usa mezzi termini: “Ci sono critiche soggettive e oggettive, ma non accetto critiche strumentali o autolesionistiche. Oggettivamente non mi aspettavo di essere messo in discussione perché i miglioramenti ci sono stati. Poi non so perché non sia stato esonerato ma ci ho pensato anch’io a fare delle scelte. Per quanto accaduto forse era giusto andare a casa. Poi ho pensato a chi lavora qui e a chi ama il Palermo: la squadra ci crede ancora e lo dimostra ogni giorno. Mi è arrivato il pieno sostegno della città e ho preferito continuare“.
Il tecnico conferma il supporto ricevuto dalla squadra: “I miei giocatori mi seguono e la gente apprezza lo sforzo. È vero, faremo di tutto per fare risultato perché lo meritano i tifosi e i ragazzi. Ma se non è apprezzabile vederne 20mila dopo sette sconfitte di fila, allora cosa lo è? Io resterei qui vent’anni, anche mettendomi in discussione, ma con una dialettica stabile. Io rimango qua, ma ogni partita a Palermo è una bomba atomica. Mica ci possiamo chiedere cosa succede ogni tre minuti”.
E alla fine sveste i panni dell’allenatore per indossare quelli del tifoso: “Non capisco l’utilità di creare un disagio. Ho preso una squadra col morale sotto i tacchi, dopo Firenze era complicato fare anche solo un passaggio da quattro metri. Se non si esce dal limbo diventa complicato giudicare un progetto, per chiunque. Non voglio essere strumentalizzato, ma la dialettica interna è fondamentale: Col presidente ieri i toni erano sereni, ma capita anche di non avere le stesse vedute”.