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Elezioni, la Francia si prepara alle presidenziali

Archiviate domenica scorsa le primarie socialiste, con la netta vittoria di Benoit Hamon su Manuel Valls, i candidati alla presidenza francese si preparano adesso al primo turno delle presidenziali, previsto per il 23 aprile. La sinistra si presenta divisa a questo appuntamento, con tre candidati distanti nella visione politica e nelle proposte.

Il socialista Benoit Hamon è un esponente dell’ala sinistra del partito e ripropone i temi classici della gauche francese. Ha due proposte di bandiera: il reddito di cittadinanza e la diminuzione degli  orari di lavoro. Vuole sopprimere la legge sul lavoro, una riforma recente invisa ai sindacati di sinistra, e propone una politica di apertura all’immigrazione con nuovi  centri di accoglienza ed aiuti concreti ad Italia e Grecia. Legalizzazione delle droghe leggere, nuovi diritti nella fecondazione assistita e per coppie omosessuali completano i punti principali del suo programma. Sono temi di gran richiamo per i suoi, ma sono posizioni che molti giudicano inadeguate per attrarre vasti consensi nel paese.

Jean Luc Melenchon è il più a sinistra tra i candidati alle elezioni presidenziali. Propone una drastica riforma del sistema bancario, con la separazione tra banche d’affari e commerciali e la creazione di un polo bancario pubblico; rifiuta la ratifica dei trattati di libero scambio con Canada e Stati Uniti, oggetto di lunghe negoziazioni in sede UE.

Emmanuel Macron, 39enne ex-banchiere, ex- socialista ed ex-membro del governo Valls , propone un programma “social – liberale”, che vuole superare la classica divisione tra Socialismo e Les Republicains. E’ visto con favore dalle ali più moderate dei due partiti e da una parte della stampa. Sostiene un modello sociale, ma è attento all’equilibrio dei conti pubblici e favorevole al libero mercato; una sorta di “terza via’ alla Blair o alla Clinton, definizione che comunque lui rifiuta. La vittoria di Hamon tra i socialisti è certamente un vantaggio per lui; Valls ha dichiarato che seguirà la disciplina di partito e s’impegnerà per trovare una sintesi programmatica con Hamon, ma molti notano la sua vicinanza alle proposte di Macron. Quest’ultimo potrebbe dragare molti consensi da un partito socialista eccessivamente gauchista.

La frammentazione a sinistra avvantaggia gli ultimi due candidati, Fillon e Le Pen, per l’accesso al ballottaggio a due nel secondo turno del  7 maggio. Francois Fillon dei Les Republicains è un liberista in Economia, ma ripropone al contempo la tipica visione francese di uno stato forte ed autorevole, seppure più snello. Vuole licenziare mezzo milione di dipendenti pubblici, abbattere le tasse e la spesa pubblica, favorire le nuove imprese. Duro sulle politiche d’immigrazione, vuole in Costituzione il principio per cui queste dipendano dalle capacità di accoglienza e integrazione della Francia. E’ un europeista “riluttante”, favorevole alla restrizione delle competenze di Bruxelles. Le politiche sociali riflettono il suo cattolicesimo praticante: divieto delle adozioni per le coppie omosessuali e ricorso alla fecondazione assistita solo per le coppie infertili.

Ed infine Marine Le Pen, portabandiera del populismo di destra francese, che desta sempre preoccupazione a Bruxelles e nelle cancellerie europee. Note ormai le proposte politiche estreme del suo Front National: sul versante dell’immigrazione si vogliono diminuire gli ingressi a 10.000 all’anno, sopprimere lo ius soli (cioè il diritto alla cittadinanza per luogo geografico di nascita) ed il ricongiungimento familiare. In Economia il Front si dichiara ostile alla globalizzazione, propone uno stato forte ed interventista e vuole la Francia fuori dall’euro. Le proposte di politica estera sono improntate all’anti-europeismo: rinegoziazione dei trattati europei per recuperare la sovranità nazionale perduta e più salde relazioni con la Russia di Putin.

Gli ultimi sviluppi della scorsa settimana stanno però erodendo il consenso di Fillon, già accreditato di grandi chances di successo finale; si tratta delle indagini sugli emolumenti assegnati alla moglie quale sua assistente parlamentare. Gli ultimi sondaggi registrano uno spostamento delle intenzioni di voto in favore di Macron.

Quindi, una probabile corsa a tre nelle primarie del 23 aprile, con Macron che contende a Fillon il diritto al ballottaggio, mentre il Front National appare saldamente in corsa per l’altro posto. I sondaggi dicono poi che non ci sarà partita nel round finale del 7 maggio: Le Pen non vincerà, chiunque sia il suo avversario.

Giuseppe Citrolo

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Giuseppe Citrolo
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