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Pd, approvato l’avvio immediato del Congresso | Renzi: “Chi perderà, però, non dovrà scappare”

La Direzione del Partito Democratico ha approvato l’ordine del giorno di maggioranza che prevede l’immediato avvio del congresso. Sarà un’assemblea che si svolgerà tra sabato e domenica a determinare le date. A favore hanno votato in 107 sì, 12 contrari e 5 astenuti.

Non sono mancate le polemiche dopo la decisione del presidente Matteo Orfini che ha deciso di mettere ai voti solo l’odg di maggioranza e considerare precluso quello presentato dalla minoranza: si teneva una possibile ripercussione sulla tenuta del Gioverno.

“Facciamo il congresso – ha aperto il segretario del partito Matteo Renzi – e chi perde il giorno dopo dia una mano, non scappi con il pallone, non lasci da solo chi vince le primarie”. “Non voglio scissioni. Ma se deve essere sia una scissione sulle idee, senza alibi, e non sul calendario”.

Renzi continua spiegando: “Ho un’idea alta del congresso e ancor di più della scissione. È un momento drammatico che mette in subbuglio i sentimenti. Discutiamo le linee politiche e poi ci dividiamo. Mai avrei pensato a una discussione sul calendario: o si fa il congresso prima delle elezioni o è scissione. È una specie di ricatto morale e sono allergico ai ricatti”.

Se digiti su Google ‘resa dei conti Pd’ emerge un dato sconvolgente… anche basta, diamoci una regolata tutti insieme. Evitiamo la personalizzazione del dopo referendum – afferma Matteo Renzi – Siamo qui per parlare con molta franchezza perché dal giorno dopo il referendum la politica italiana ha messo le lancette indietro, è tornata a metodi che avevamo dimenticato. Nel Pd sono tornati i caminetti e la domanda principale è diventata non il Paese ma quanto dura la legislatura, quando si fa il congresso”.

“Il congresso non è una sfida ma una necessità e un dovere – dichiara il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Graziano Delrio – È una necessità perché abbiamo bisogno di riposizionarci, di prendere in mano una discussione collettiva. Spero che coloro che si candidano abbiano la forza e la capacità di mettere in campo idee nuove, di radunare gli intellettuali migliori di questo Paese”. Michele Emiliano ha quindi preso la parola: “Quella di candidarmi alla segreteria è una cosa che sento di fare, necessaria”.

Tra i supporter di Renzi ci sono il premier Paolo Gentiloni ed è presente anche il ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan, che non è iscritto al Pd ma è stato invitato dall’ex premier. Sul fronte della minoranza, c’è Pier Luigi Bersani e, dopo lunga assenza, anche Massimo D’Alema.

Gianni Cuperlo vuole la scissione mentre Michele Emiliano attacca Renzi ed Enrico Rossi chiede la nomina di un segretario di garanzia per la fase congressuale.

Lorenzo Guerini, ieri, è intervenuto sulla questione: “Si è superato il livello di guardia. Basta con il logoramento”.

Per rilanciare l’idea del Pd come “motore del cambiamento” in Italia e in Europa,  È uno dei passaggi della lettera che Matteo Renzi invierà oggi dopo la direzione Pd a tutti gli iscritti al partito.

Renzi nella lettera che ha preparato per la Direzione, secondo quanto anticipa l’Agenzia Ansa, parla di ‘rinnovamento’. “Cari amici e compagni del Pd, tutta la politica italiana sembra tornata alla Prima Repubblica. Dobbiamo rilanciare, con energia e entusiasmo, l’idea del Pd come motore del cambiamento, in Italia e in Europa”.

“Abbiamo bisogno di due cose: un grande coinvolgimento popolare e una leadership legittimata da un passaggio popolare. Ma abbiamo anche bisogno che chi perde un congresso o le primarie il giorno dopo rispetti l’esito del voto”, è un altro passaggio della lettera.

Foto da Twitter.

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Si24 è un quotidiano online di cronaca, analisi, opinione e approfondimento, fondato nel 2013 e con sede a Palermo. Il direttore responsabile ed editore è Maria Pia Ferlazzo.

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Tags: direzione pddirezione pd 13 febbraio 2017direzione pd dimissioni renziresa conti pd