Mattarella: “Le mafie non conoscono la pietà” | “Lottare è una necessità per la società” / VIDEO

di Andrea Zito

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Mattarella: “Le mafie non conoscono la pietà” | “Lottare è una necessità per la società” / VIDEO

| domenica 19 Marzo 2017 - 11:42

“La lotta alla mafia riguarda tutti”. É commosso e accorato l’intervento del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, presente a Locri per la XXII Giornata della memoria e dell’impegno organizzata da Libera, nell’ambito della quale ha incontrato i familiari delle vittime innocenti delle mafie e sono stati letti gli oltre 950 nomi di vittime innocenti delle mafie.

Questo un estratto dell’intervento del Capo dello Stato (accolto da un lungo applauso): “Nessuno può dire che non gli interessa, nessuno può pensare di chiamarsene fuori: la lotta alla mafia non è solo doverosa esigenza civile, è una necessità per la nostra dignità e per la libertà. Una necessità per la società che vuole essere libera democratica e solidale. Le mafie sono la negazione dei diritti, esaltano abusi e privilegio, avvelenano la vita economica e le istituzioni, contaminano alimenti e medicinali, devastano le nostre risorse”

“La mafia è ancora forte e presente. L’impegno che voi avete è strettamente legata alla memoria, nell’elenco delle vittime ci sono sindacalisti, numerosissimi appartenenti alle forze dell’ordine e della magistratura; ci sono giornalisti, medici, avvocati, imprenditori, commercianti, che non si sono piegati alla sopraffazione e hanno rifiutato l’omertà; ci sono amministratori e politici onesti, che guardavano all’interesse della propria gente”.

“Sono centinaia di uomini, donne e bambini; i mafiosi non conoscono pietà né umanità, non hanno alcun senso dell’amore e del coraggio; colpiscono con viltà persone inermi e disarmate. Le mafie non risparmiano nessuno: non esitano chiunque diventi un ostacolo al denaro, al potere e l’impunità. Bisogna prosciugare le paludi dell’inefficienza, del clientelismo, della corruzione e della mancanza di Stato, ambiente naturale in cui le mafie vivono e prosperano”.

Parole sostenute con forza anche da Don Ciotti, fondatore di Libera:  “La speranza di cambiamento diventa forza di cambiamento. Questo procedere uniti verso questo obiettivo è urgente oggi. Per questo è necessario mettere da parte gli egoismi, i protagonismi, per costruire insieme il bene comune. Sono stati fatti passi avanti, ma ci sono anche ritardi, timidezze, promesse non mantenute. Il male principale del nostro paese è la corruzione. E questo significa che fra criminalità organizzata, criminalità politica e criminalità economica è sempre più difficile distinguere”.

Ciotti si rivolge direttamente ai mafiosi: “Che vita è la vostra? Papa Francesco ha chiesto ai mafiosi di convertirsi, di abbandonare il male. Molti familiari hanno perso i familiari e non hanno avuto neanche la possibilità di piangere i loro corpi. E allora uomini e donne della ‘ndrangheta vi chiedo almeno di dirci dove sono sepolti, diteci dove sono sepolti. Questo sussulto di coscienza potrebbe essere l’inizio di un percorso di vita e non di morte”.

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