Sarà un’altra Albania. Parola di Gianni De Biasi che presenta la sfida alla nazionale azzurra (in programma venerdì a Palermo) valida per le qualificazioni mondiali di Russia 2018.
Ai microfoni di “Radio anch’io sport”, De Biasi ammette che l’Albania vista all’Europeo sembra ormai un ricordo: “Il mio lavoro è più irto di insidie e problemi; lavoro in un ambiente numericamente più piccolo e con una realtà calcistica che a livello tecnico non è come il campionato italiano. Ovviamente le partite bisogna sempre giocarle prima di considerarle vinte”.
E il clima al Renzo Barbera si preannuncia rovente nonostante tutto: “A Palermo gli albanesi saranno decisamente meno rispetto a Genova: del resto, credo che la scelta fatta dalla Federcalcio, su un’isola, sia stata strategica: si vede che avevano paura di un’altra invasione. Magari hanno scelto Palermo anche per un altro motivo: la scaramanzia”.
Sul fronte formazione i problemi non mancano: “Non arriviamo bene alla sfida. Abbiamo qualche assenza di troppo: Mavraj è infortunato e Djimsiti e Berisha sono squalificati: sono i due centrali e il portiere. Belotti e Immobile mi spaventano abbastanza, avrei preferito che ci fossero degli stranieri in testa alla classifica marcatori, almeno non li avrei avuti contro. Strakosha? É giovane, ma potrebbe giocare”.
E poi un retroscena sulla panchina azzurra: “Sono stato vicino ad essere il Ct dell’Italia ma non ho rimpianti. Non credo si ripresenterà quest’occasione, certi treni passano una volta sola. Fare il Ct mi piace anche perché posso allenare, poi la qualità della vita è fantastica perché lo stress è concentrato in periodo brevissimo, di conseguenza c’è tempo per preparare le partite”.
