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Milan, Galliani smentisce l’ipotesi scalata. E i cinesi ora versano l’acconto

Era stata la grande indiscrezione della mattinata, ma Adriano Galliani smentisce: l’amministratore delegato del Milan respinge al mittente l’ipotesi di una scalata al club rossonero in caso di fallimento del closing con SES.

All’uscita dalla turbolenta assemblea di Lega Serie A, Galliani ha affermato: “Solo un pazzo può pensare che io faccia qualcosa all’insaputa di Silvio Berlusconi. Non faccio e non farò mai nulla all’insaputa di Berlusconi perché lavoriamo insieme da più di 31 anni, in grand sintonia. Pensare che io possa fare una scalata al Milan è come dire che Trump è a capo dell’Is“.

Parole forti che smentiscono un’indiscrezione pubblicata oggi sulle colonne del quotidiano Il Giorno, secondo cui da mesi lo storico dirigente rossonero sarebbe sondando il terreno per una cordata alternativa a Sino Europe Sports insieme a Renzo Rosso (fondatore del brand Diesel) e al procuratore Jorge Mendes. Oggi si leggeva: “Da mesi Galliani lavora a fari spenti su questa operazione, rinunciando alla candidatura alla presidenza della Lega Calcio, con l’amico Silvio e i manager della holding di famiglia”.

Un’indiscrezione (smentita oggi) che però non fa altro che alimentare i dubbi e le tensioni per la trattava condotta dalla cordata cinese di Yonghong Li, che ha tempo solo fino a venerdì 24 marzo per versare l’ennesima caparra, pena il fallimento dell’affare con Fininvest. Oggi l’acconto di 20 milioni, a valere sui restanti 80 della terza caparra.

Fabrizio Messina

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Fabrizio Messina
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