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Lavoro, le battute poco felici del ministro Poletti | “Più lavoro con il calcetto che con i curricula”

Giuliano Poletti non si smentisce e così divenuto celebre per la sua dichiarazione sulla fuga di cervelli, adesso ha detto una frase che non è passata certo inosservata e che sta già creando un caso. Il ministro del Lavoro ritiene che “si creano più opportunità di lavoro giocando a calcetto che mandando in giro curricula”. Lo ha detto durante un incontro a Bologna con gli studenti di un istituto tecnico professionale.

Secondo Poletti, la dinamica delle relazioni è importante per il futuro lavorativo e “i rapporti che si instaurano nel percorso di alternanza scuola lavoro fanno crescere il tasso di fiducia e quindi le opportunità lavorative”.

Il dietro front di Poletti è stato quasi immediato. Sono state “strumentalizzate alcune frasi che ho pronunciato in occasione di un incontro con gli studenti – ha spiegato -, frasi che loro hanno compreso e condiviso nel loro significato”. “Non ho mai sminuito il valore del curriculum e della sua utilità – ha voluto precisare -. Ho sottolineato l’importanza di un rapporto di fiducia che può nascere e svilupparsi anche al di fuori del contesto scolastico. E quindi dell’utilità delle esperienze che si fanno anche fuori dalla scuola”.

Poletti nella tarda mattinata di oggi ha voluto puntualizzare che “vale molto il sapere e vale molto l’essere. Vale molto studiare, imparare e conoscere. Altrettanto, vale avere buone relazioni con la collettività e vivere con gli amici”.”Il calcetto è, se volete, la metafora delle relazioni sociali”, ha precisato.

Immediata la replica dei deputati M5s della Commissione Lavoro. “Dal ministro Poletti arriva l’ennesimo intervento a gamba tesa e, è il caso di dirlo, un calcio in faccia ai molti giovani disoccupati. Ormai non ci sono più commenti sulla sua scarsa sensibilità”. È da cartellino rosso”.

Redazione

Si24 è un quotidiano online di cronaca, analisi, opinione e approfondimento, fondato nel 2013 e con sede a Palermo. Il direttore responsabile ed editore è Maria Pia Ferlazzo.

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