“Troppe volte in bagno durante il lavoro”: a casa | Ma i sindacati: “Gli hanno trapiantato un rene”

di Redazione

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“Troppe volte in bagno durante il lavoro”: a casa | Ma i sindacati: “Gli hanno trapiantato un rene”

| martedì 28 Marzo 2017 - 17:44

C’è stata un’immediata levata di scudi dopo il licenziamento di un lavoratore della Metalcastello Spa, accusato di recarsi troppo spesso al bagno. La denuncia del sospetto “ben servito” arriva direttamente dalla Fim Cisl Area metropolitana bolognese, che definisce un “grave episodio” quanto accaduto nell’azienda di Castel di Casio (Bologna).

“Nel corso degli ultimi anni”, spiega il sindacato, “nonostante le continue sollecitazioni da parte della Fim Cisl che ha più volte chiesto all’azienda un’attenzione particolare, vista la situazione fisica altamente precaria del lavoratore, la stessa al contrario, ha proceduto con numerose contestazioni fino ad arrivare ad oggi con il recapito della lettera di licenziamento”.

L’Azienda, sostiene la Fim Cisl, “con tale atto ha contravvenuto ai doveri morali di correttezza e buona fede, violando quanto sancito dallo stesso contratto collettivo nazionale di lavoro che impone una particolare attenzione a tutti i lavoratori che, come nel caso specifico, soffrono di determinate patologie”. Il lavoratore licenziato, infatti, è reduce da un intervento di trapianto di rene.

“Per noi è inaccettabile che un’azienda come la Metalcastello  che, solo poche settimane fa, ha lanciato una campagna a favore delle proprie lavoratrici donando un pacchetto di visite preventive oncologiche oggi licenzi pretestuosamente un lavoratore gravemente malato. Chiediamo la massima solidarietà da parte di tutti i dipendenti, nonché delle altre sigle sindacali per contrastare questa ingiustizia. La tutela della salute è un diritto sancito dalla Costituzione che va oltre a tutte le valutazioni procedurali. La Fim Cisl ha dato mandato al proprio legale di fiducia, Livio Mercatante, di assistere il lavoratore. Auspichiamo che l’azienda riveda la propria posizione ritirando il licenziamento”, ha concluso il sindacato.

Ma l’azienda si difende parlando di “un’accusa falsa che respingiamo con forza in quanto totalmente estranea sia alla verità dei fatti sia ai principi comportamentali di Metalcastello e della propria direzione aziendale”. “Come ampiamente dimostrato in passato e da recenti iniziative a favore dei propri dipendenti, citate dal comunicato Fim-Cisl stesso, che ricorda la campagna della Metalcastello svolta a favore delle proprie lavoratrici“, spiega l’azienda di Castel di Casio, con un comunicato dal titolo “Metalcastello ha a cuore la salute dei propri dipendenti”.

“Il licenziamento irrogato da Metalcastello, nella fattispecie”, precisa l’azienda, “ha ad oggetto la reiterata violazione da parte dell’interessato di obblighi e regole di comportamento sul lavoro a tutela della sicurezza e della salute di tutti i dipendenti: in particolare si tratta delle prescrizioni sul divieto di fumo in aree ad alto rischio e più in generale sulle norme di sicurezza”.

Secondo l’azienda: “Non c’è alcuna correlazione con i problemi di salute del lavoratore citato e il rischio di un incendio gravemente colposo, in grado di mettere a rischio l’incolumità delle persone e delle cose, eventualità sulla quale l’azienda deve vigilare con la massima attenzione”. “Non consentiremo quindi”, conclude il comunicato, “che questa vicenda venga strumentalizzata e ci riserviamo di valutare ogni più opportuna azione a tutela dell’immagine e del buon nome di Metalcastello”.

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