Prove Invalsi, il 3 e 9 maggio sarà sciopero | “Boicotteremo i test e scenderemo in piazza”

di Redazione

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Prove Invalsi, il 3 e 9 maggio sarà sciopero | “Boicotteremo i test e scenderemo in piazza”

| mercoledì 12 Aprile 2017 - 18:43

Si preannuncia un maggio “bollente” sul fronte del movimento studentesco. Si avvicinano infatti le contestatissime prove Invalsi, che quest’anno coinvolgeranno quasi due milioni di studenti di seconda e quinta elementare, terza media (che si svolge a giugno) e seconda superiore.

Le prove, secondo quanto riporta l’Invalsi, servono a fornire i dati generali sul funzionamento della scuola, in particolare il grado di competenze raggiunto dagli studenti in due grandi aree: la comprensione di un testo e la padronanza della matematica in situazioni concrete.

Si punta quindi a fornire alle scuole i dati elaborati, in modo che siano possibili valutazioni sul piano didattico, confronti e migliorie. I dati sono anonimi e la valutazione riguarda l’istituto scolastico. Ma per insegnanti e studenti il sistema non funziona ed ecco che si scenderà in piazza.

Cobas e Unicobas hanno infatti convocato uno sciopero dei docenti e del personale Ata per boicottare i test nella scuola primaria e media il 3 maggio e, sei giorni dopo, nelle superiori: “Si trasforma la figura del docente, derubricato a somministratore di prove standardizzate e illustratore di manuali per quiz”, dichiarano Piero Bernocchi (Cobas) e Stefano D’Errico (Unicobas).

Anche l’Unione degli Studenti protesterà “la valutazione punitiva basata sulla trasmissione di nozioni, senza la trasmissione di competenze critiche”. La coordinatrice nazionale dell’Uds Francesca Picci annuncia: “L’introduzione dell’obbligo per le prove Invalsi determina un sistema di istruzione escludente, fondato sul teaching to test. Il 9 maggio ci mobiliteremo, boicottando le prove Invalsi e scendendo in piazza, per contrastare questo decreto legislativo che peggiora nettamente la didattica e la valutazione nelle nostre scuole“.

“È necessaria una riforma della didattica e della valutazione che parta dalle necessità e dai bisogni degli studenti, eliminando la valutazione numerica, la bocciatura e riformando i cicli scolastici. Nessuno ci può giudicare, siamo studenti non numeri”, conclude la Picci.

 

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