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Perché non siamo “razzisti” con i bambini?

Uno studio condotto da un gruppo di ricercatori dell’università di Milano-Bicocca, pubblicato su Neuropsychologia e ripreso da Science Daily, ha dimostrato che il razzismo viene meno quando si tratta di bambini. Pare infatti che, al cospetto di bambini, qualunque sia il loro colore della pelle e la loro etnia, il nostro cervello rifiuterebbe quello che è scientificamente conosciuto come effetto “Other-race effect” (Ore).

Questo “effetto Ore” ci fa percepire con maggiore rapidità e facilità i volti del nostro gruppo etnico e finora era stato considerato valido a prescindere dall’età di chi abbiamo di fronte. Adesso gli studioasi hanno stabilito che questo fenomeno non si verifica con i bambini fra i 6 mesi e i 3 anni.

In poche parole quando abbiamo a che fare con i più piccolo prevale l’insisto di protezione e la vogia di tenerezza.  Il nostro cervello, quindi, è programmato per prendersi cura dei piccoli di qualunque etnia. Questo comportamento si altera, e in molti casi si tramuta in pregiudizio, se si ha a che fare con adulti.

Redazione

Si24 è un quotidiano online di cronaca, analisi, opinione e approfondimento, fondato nel 2013 e con sede a Palermo. Il direttore responsabile ed editore è Maria Pia Ferlazzo.

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