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Roma, l’ultimo saluto al grande Boncompagni | Arbore: “Oggi è una giornata tristissima”

È stata aperta, alle 12, la camera ardente di Gianni Boncompagni; è stata allestita nella sede Rai di via Asiago, dove ha trascorso molti anni della sua attività professionale. L’autore e conduttore di storici successi radiofonici è morto domenica a Roma all’età di 84 anni.

A seguire una cerimonia laica: “Sarà breve e sobria – spiegava la figlia, Paola Boncompagni – con l’intervento di alcuni amici che ricorderanno papà”.

CHI ERA GIANNI BONCOMPAGNI

Tanti i volti della tv presenti a rendere l’ultimo omaggio. “Il sodalizio artistico va bene, sono contenta dei complimenti che gli hanno fatto, ma io ho potuto vivere con lui e godermi Gianni in casa sua con le sue tre figliole. Mi porterò dietro l’uomo”, ha detto in lacrime la Carrà.

“Gianni se n’è andato piano piano, ha avuto un coraggio da leone, è stato molto sereno. Abbiamo potuto ancora ridere e scherzare, abbracciarlo e dargli tanti bacini fino all’ultimo prima di lasciarlo andare”, ha aggiunto la Carrà.

Per Renzo Arbore, “oggi è una giornata tristissima”. Il cantante e presentatore tv è giunto con Marisa Laurito, Benedicta e Brigitta Boccoli, Alba Parietti, Riccardo Rossi, e Nino Frassica. “Gianni Boncompagni rappresenta un pezzo della mia vita, una storia d’amore romantica. È stato un genio anticonformista che ho avuto il privilegio di incontrare, a 17 anni (per il programma tv Sotto le stelle, ndr): a quell’età, se si incontra una personalità di tale portata, si può solo crescere dal punto di vista professionale. È stato un uomo di grande genialità che ha fatto la storia di radio e televisione”, ha aggiunto Isabella Ferrari.

“Che ci avessi preparato un ottimo scherzo per Pasqua non c’erano dubbi: solo tu potevi rubare la scena a Cristo. Grazie nonno, per tutto quello che ci hai insegnato, per averci dato nostra madre, tua figlia, e soprattutto per averci insegnato a scherzare”. “Per me sei stato un idolo, un re. Ti voglio bene e rimarrai sempre nella mia anima”, hanno detto Mattia e Brando, nipoti di Gianni Boncompagni, nel corso della cerimonia funebre.

Arbore ha quindi raccontato: “Ho chiamato Mario Marenco che vive all’estero per avvertirlo della scomparsa di Gianni, ma lui mi ha freddato dicendomi subito: ‘quando lo raggiungiamo tutti e quattro?'”. “Per me è difficile piangere un amico – ha detto Roberto D’Agostino – anche se io per Gianni provavo davvero soggezione: ti poteva fulminare in tre secondi con una battuta. Quando lo vidi la prima volta stavano registrando Bandiera Gialla”.

“Avevo 17 anni e lui 15 anni più di me. Entrai in quello studio e la mia vita cambiò per sempre”. “Gianni aveva una sua capacità – ha proseguito D’Agostino – di vedere il mondo. Ad esempio odiava le ‘marchette’. Infine, “il ricordo più forte che ho di Gianni sono le sue cene di surgelati che io chiamavo ‘bombe epatiche’: aveva riempito la casa di frigoriferi e congelava pure l’acqua”.

Rosy Buttafuoco

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Rosy Buttafuoco
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