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Caso Bergamini, dopo 28 anni è tutto da rifare |”Non fu suicidio ma omicidio in concorso”

Omicidio in concorso: è questa la nuova ipotesi alla quale si lavora per stabilire l’esatta morte di Denis Bergamini, avvenuta il 18 novembre del 1989.

Dopo 28 anni è, dunque, tutto da rifare. Il cadavere dell’ex calciatore del Cosenza verrà riesumato il prossimo 2 maggio a Ferrara perchè, secondo il procuratore di Castrovillari (Cosenza) Eugenio Facciolla, non si trattò di “suicidio, non è ipotizzabile come un suicidio”.

Due gli indagati: l’ex fidanzata,  Isabella Internò, e il camionista, Raffaele Pisano, che lo investì. Alla domanda sul perché Bergamini sarebbe stato ucciso, Facciola risponde che “il discorso droga è presente fin dai primi atti dell’indagine”.

Secondo quanto era emerso dalla prima inchiesta, Bergamini si sarebbe suicidato facendosi travolgere da un camion. Ma adesso l’ipotesi alla quale si lavora è un’altra.

Facciola, intervistato da ‘RaiSport’ dichiara che c’è “un mix di questioni sentimentali e di questioni legate ad altre tematiche. Il discorso droga è presente fin dai primi atti dell’indagine. La storia giudiziaria più o meno recente ci consegna Padovano (Michele, anch’egli giocatore del Cosenza, ndr), come un amico stretto di Bergamini. I due erano molto legati e avevano una conoscenza di rapporti e di situazioni diversa da quella di altri. Bergamini non era legato solo a Padovano ma anche ad altri, tra cui l’ex portiere Simoni e comunque c’erano anche altri soggetti”.

Altro fatto sul quale si indaga è un possibile coinvolgimento della mafia. Facciolla, sempre a ‘RaiSport, ricorda due episodi: “Il giorno del funerale sul pullman del Cosenza c’era anche la fidanzata di Bergamini con una busta che conteneva i vestiti del calciatore. Questa busta se la passarono, per un fatto affettivo, i calciatori. Poi però sparì. Gli abiti di Bergamini, infatti, non ci sono più. Subito dopo il funerale, inoltre, Padovano accompagnò la fidanzata di Bergamini a casa, fu invitato a salire con insistenza. Lui andò sopra e si trovò di fronte a una festa. C’erano pasticcini. Il giorno del funerale, quindi, stavano festeggiando”.

Poi l’accusa di Facciola: “È un omicidio in concorso”.

Egidio Villa

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Egidio Villa
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