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Camorra, maxi sequestro al clan Belforte | Sigilli a beni per oltre sei milioni di euro

È di oltre 6 milioni di euro il valore complessivo dei beni sequestrati dalla Dia di Napoli nei confronti di Angelo Pontillo (56 anni originario di Capodrise Caserta), imprenditore nel settore della produzione e trasporto del calcestruzzo. Secondo la procura, attraverso la Cocem, azienda produttrice di calcestruzzo, avrebbe favorito il clan dei Belforte di Marcianise (Caserta).

Gli investigatori si sono avvalsi delle dichiarazioni dei collaboratori di giustizia. La misura coercitiva è stata disposta dal collegio sammaritano a seguito delle proposte avanzate dalla Procura della Repubblica di Napoli – sezione misure di prevenzione e dalla Direzione Investigativa Antimafia.

Sotto sequestro sono finite quote di partecipazione a due imprese di Caserta operanti nel settore immobiliare, 37 immobili nei comuni di Capodrise, Casapulla, Caserta, Dragoni, Maddaloni e Orta di Atella e 7 rapporti finanziari.

Per gli investigatori “il sistema” criminale ideato da Pontillo e dai suoi sodali, definiti anche le “spie del pizzo”, era così collaudato che gli imprenditori che avviavano nuove attività si rivolgevano “spontaneamente” ai fornitori di calcestruzzo contigui al clan, affinché gli indicassero i referenti dell’organizzazione che dovevano contattare per “mettersi a posto”.

Pontillo inoltre, come raccontato da alcuni collaboratori di giustizia, “avrebbe provveduto direttamente al ritiro delle somme estorte agli imprenditori del settore, ricorrendo anche alla sovrafatturazione degli importi dovuti, ‘gonfiando’ cioè i costi rispetto alle effettive forniture di calcestruzzo, per consentire la creazione di ‘fondi neri’ destinati al pagamento delle estorsioni; avrebbe poi organizzato incontri tra imprenditori estorti ed appartenenti alla cosca finalizzati al pagamento del pizzo”.

Pontillo era stato arrestato nel dicembre 2012, poiché ritenuto responsabile, assieme ad altri, di aver ideato e gestito una continuativa attività usuraria, fin dalla metà degli anni ’90, in danno di imprenditori ed operatori commerciali del Casertano. Le indagini consentirono di far luce su un vasto giro di prestiti di carattere usurario i cui tassi d’interesse applicati si aggiravano tra il 7% ed il 10% al mese.

Nell’ambito del medesimo contesto investigativo, Pontillo fu raggiunto nel 2015 da un provvedimento di sequestro preventivo, emesso dal Gip del Tribunale sammaritano in quanto gravemente indiziato del reato di usura continuata aggravata. Il 15 ottobre 2014, Pontillo fu nuovamente arrestato perché ritenuto responsabile di aver fornito uno stabile e significativo apporto alle attività del clan Belforte.

Redazione

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