Legge elettorale, Napolitano è durissimo | “Paradossale discutere sulla data del voto”

di Redazione

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Legge elettorale, Napolitano è durissimo | “Paradossale discutere sulla data del voto”

| martedì 06 Giugno 2017 - 12:26

L’Aula di Montecitorio ha iniziato l’esame della legge elettorale, approvata ieri dalla Commissione Affari costituzionali della Camera, alla presenza di soli 10 deputati. La discussione riprenderà domani. Non tutti, però, gradiscono il provvedimento. Non ultimo l’ex presidente della Repubblica Giorgio Napolitano: “Vedremo i risultati di questa grande intesa di 4 leader di partito che agiscono solo calcolando le proprie convenienze”.

È semplicemente paradossale discutere se possa sprigionare più incertezza politica attorno all’Italia l’andare a elezioni anticipate in autunno o all’inizio del prossimo anno”, ha aggiunto. “In questo funambolico passaggio dal francese al tedesco potevano almeno risparmiarci il gran galoppo del Parlamento in questo fine settimana”.

Il primo elemento d’incertezza da rimuovere, secondo Napolitano “è questo, ancora nel momento attuale”. L’ex presidente aggiunte: “Lo spettro dell’instabilità governativa è riaffiorato pochissimo dopo l’insediamento e il positivo avvio del nuovo governo Gentiloni: è da febbraio che hanno cominciato a inseguirsi voci e pressioni per elezioni anticipate ‘al più presto’, e allora il rischio di una ingiustificata e irragionevole precipitazione è stato evitato dal consolidarsi del consenso, in Europa e in Italia, attorno al governo Gentiloni, e dal fermo richiamo del Presidente della Repubblica all’interesse generale e a una corretta prassi costituzionale”.

“In tutti i paesi democratici europei si vota alla scadenza naturale delle legislature: fare diversamente significa dare il massimo contributo negativo al consolidamento della credibilità politico-istituzionale del paese – conclude Napolitano – Ed è semplicemente abnorme che invece il gioco e il patto extra-costituzionale sulla data del voto sia quasi diventato un corollario dell’accordo tra partiti sulla nuova legge elettorale”.

Non meno leggero l’affondo del leader del M5S Beppe Grillo: “Ci sono parole che non hanno più senso: democrazia e voto io non più cosa siano. Stiamo facendo una legge elettorale che non capisce più nessuno, neanche voi riuscite a capire quando dovete mettere otto croci su cinque”.

La legge elettorale è un tema complicato, che i cittadini non capiscono e di cui neppure vogliono sentire parlare. Li capisco. Oggi sono a Taranto e ho visto i segni che l’Ilva ha lasciato sulla città – sostiene Grillo su Facebook – Per questa gente la legge elettorale è l’ultimo dei problemi. E questo è ciò che ho detto loro. Stiamo facendo un lavoro certosino e vogliamo dare al Paese una legge elettorale costituzionale e lo stiamo facendo. Avanti così!”.

Grillo infine rassicura: “Sulla legge elettorale che abbiamo votato online con gli iscritti e che i nostri stanno portando avanti stiamo facendo un lavoro certosino. Abbiamo messo la faccia sulla legge elettorale perché non potevamo lasciare che PD e forza Italia scrivessero le regole del gioco a loro uso e consumo”.

Angelino Alfano, leader di Ap, in una conferenza stampa convocata nella sede del partito, ha annunciato la presentazione di “una questione pregiudiziale di costituzionalità” in Aula alla Camera. Tra le ragioni chiave, il modo con cui sono stati disegnati i collegi uninominali. La legge elettorale approvata in commissione alla Camera, per il ministro degli Esteri, contiene “palesi ragioni di incostituzionalità”.

Alternativa popolare è pronta a presentare modifiche per disegnare i collegi in vista dell’esame della legge elettorale da parte dell’Aula attraverso la presentazione di una delega da scrivere entro “90 o 120 giorni” dall’ok definitivo al testo e “se il Pd boccia questa nostra proposta avrà candidamente confessato che vuole andare al voto prima. Inutile girarci intorno”, afferma Alfano, sottolineando come “le elezioni anticipate non le porta la cicogna ma il Pd”.

Duro attacco anche da parte di Pierluigi Bersani, a margine dell’assemblea dei gruppi Mdp. “Diciamolo con chiarezza: con la nuova legge il 63% dei parlamentari sarà nominato dai partiti. Cioè quattro persone decideranno il 63% di chi sarà eletto”, ha voluto precisare.

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