Tenta di rapinare un gioielliere e viene ucciso | Un secondo bandito è riuscito a scappare

di Redazione

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Tenta di rapinare un gioielliere e viene ucciso | Un secondo bandito è riuscito a scappare

| mercoledì 14 Giugno 2017 - 08:40

Sarebbe stato il titolare della gioielleria Ferretti ad aprire il fuoco e ad uccidere un uomo, un italiano, che stava tentando una rapina. La tragedia si è consumata a Pisa, in via Angelo Battelli, intorno alle ore 19.30 di martedì 12 giugno, poco prima della chiusura. Un secondo bandito sarebbe riuscito a fuggire ed è ricercato.

Secondo una prima ricostruzione ancora al vaglio di polizia e carabinieri, il gioielliere (dopo aver intimato ai rapinatori di andarsene) avrebbe reagito al tentativo di rapina, forse anche per difendere la moglie, mancata da un colpo di arma da fuoco dei malviventi.

Oggi il titolare è stato interrogato dagli inquirenti. Secondo la versione fornita dal gioielliere si tratterebbe di legittima difesa (al momento Ferretti non è indagato): “Ci siamo difesi, perché loro hanno sparato per primi verso mia moglie e io ho reagito”.

Stando alle testimonianze raccolte, il gioielliere avrebbero sparato sei colpi: il bandito (autore di due colpi d’arma da fuoco) sarebbe stato colpito di striscio e in pieno costato, rivelatosi mortale. Daniele Ferretti era già stato in passato vittima di varie aggressioni, tra le quali una (risalente a 18 anni fa) in cui era stato accoltellato gravemente.

Nella mattinata di mercoledì è stata rinvenuta dalle forze dell’ordine (impegnate in una vasta caccia all’uomo) l’auto con cui i tre uomini avevano raggiunto il negozio: l’auto risulterebbe iscritta nei registri della motorizzazione ad Asti ed è stata rubata a Marina di Pisa.

Il rapinatore ucciso è un italiano originario del Lazio, di 44 anni, pregiudicato per reati specifici e uscito dal carcere Don Bosco di Pisa nei mesi scorsi, dove aveva scontato una precedente condanna per reati commessi altrove. Il commando in azione era composto da tre persone, due delle quali tuttora in fuga.

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