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Rai, retromarcia del Cda sul tetto agli stipendi | “Per artisti e star deroghe sui 240mila euro”

Il Cda della Rai ha approvato un nuovo “Piano per la remunerazione dei contratti con prestazioni di natura artistica” che ribalta di fatti il precedente tetto dei 240mila euro degli stipendi. A Saxa Rubra, con il decisivo intervento del nuovo dg Mario Orfeo, sono stati fissati i criteri che servono a definire “prestazioni per cui sia possibile il superamento del limite retributivo.

“Per ogni deroga al tetto, però: “Dovrà essere fornita adeguata motivazione“. Il dg Rai ha espresso grande soddisfazione: “Il piano consente alla Rai di avere ancora delle eccellenze e di conservare il valore di grandi professionisti che si sono formati con la Rai e nella Rai e nello stesso tempo si è riusciti ad andare incontro alle indicazioni del governo sul contenimento dei costi delle prestazioni artistiche”.

Al vetriolo le dichiarazioni del capogruppo alla Camera Renato Brunetta: “Prendiamo atto che il Consiglio di amministrazione della Rai, il nuovo direttore generale, Mario Orfeo, e la presidente Monica Maggioni, non rispettano la legge in merito all’obbligatorietà per le pubbliche amministrazioni di adottare il tetto di 240mila euro annui per i propri dipendenti e collaboratori, comprese star e giornalisti”.

“La decisione assunta oggi – prosegue – non ci convince, crea un pericoloso precedente e bypassa una norma chiara e di facile applicazione, la legge n. 198 del 2016. Sarebbe stato indispensabile un intervento del governo, magari su richiesta del Cda di Viale Mazzini e magari con un decreto, per superare la legislazione vigente. Non è stata perseguita questa strada di trasparenza e di rispetto nei confronti dei cittadini che pagano il canone. Così si agisce ‘contra legem’, contro il Parlamento, e i membri del Cda Rai si assumono una grave responsabilità, correndo il serio rischio di incorrere in denunce alla Corte dei Conti per danno erariale”.

Parere negativo anche i parlamentari grillini in commissione Vigilanza  “Notizie desolanti. Se questo è il nuovo corso Rai è la negazione dei valori di quello che dovrebbe essere servizio pubblico”.

Angelica Serrai

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Angelica Serrai
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