Molotov contro un albergo che ospiterà profughi | Il titolare: “Nessun accordo è stato ancora siglato”

di Redazione

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Molotov contro un albergo che ospiterà profughi | Il titolare: “Nessun accordo è stato ancora siglato”

| domenica 02 Luglio 2017 - 17:53

Tensioni crescenti a Vobarno, in provincia di Brescia, dove due bombe molotov sono state lanciate all’interno di un albergo destinato ad ospitare 35 profughi e chiuso al pubblico da quattro anni. Importanti i danni alla struttura, l’Eureka, il cui titolare Valerio Ponchiardi, sarebbe un leghista della prima ora.

Sulla vicenda indagano i carabinieri che spiegano il gesto come un’intimidazione nei confronti del proprietario dell’albergo. Secondo i carabinieri di Salò non ci sarebbero feriti: alcune persone si sarebbero avvicinate armate di mazze e molotov alla struttura e avrebbero prima sfondato un vetro, per poi gettare all’interno dell’edificio le bottiglie incendiarie.

Lo stesso Ponchiardi, intervenuto per spegnere le fiamme che hanno raggiunto il pian terreno dello stabile, spiega che non è “ancora stato siglato alcun accordo con la Prefettura per dare ospitalità a coloro che hanno richiesto asilo“. “Era stata avanzata un’ipotesi di utilizzo, ma al momento nessun accordo è stato trovato tra la cooperativa che gestisce gli stranieri e la proprietà dell’albergo”, ha precisato il prefetto Annunziato Vardè.

“Ogni episodio di violenza legato all’invasione clandestina, che ovviamente condanniamo, è responsabilità di un governo complice e incapace, che sta trasformando le città italiane in campi profughi”, ha commentato il segretario della Lega, Matteo Salvini.

Il sindaco di Vobarno, Giuseppe Lancini, ha dichiarato: “Ho avuto la notizia dell’arrivo giovedì dal prefetto che mi ha detto che li avrebbe mandati al ristorante albergo Eureka. Ho riunito la popolazione della frazione di Carpeneda, circa 400 persone, per comunicarlo e la gente ha bocciato la proposta. Pensavo che poi la sommossa fosse rientrata e invece 24 ore dopo sono state lanciate le molotov”.

Nel paese al momento sono presenti 23 richiedenti “che sono arrivati tramite le cooperative di Angelo Scaroni”, l’imprenditore bresciano indagato dalla Procura di Brescia per truffa allo Stato nella gestione dei richiedenti asilo. “Aveva messo quei 23 profughi in un unico stabile con un solo bagno. Come possono succedere cose così?”, ha concluso il sindaco di Vobarno.

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