La procuratrice generale Luisa Ortega Diaz ha dichiarato di “non riconoscere” la decisione della Costituente venezuelana che l’ha rimossa dal suo ruolo. Secondo il magistrato: “Nel Paese è in pieno corso un golpe contro la Costituzione, combatterò fino all’ultimo respiro”.
“Se questo è quanto stanno facendo alla Procuratrice Generale quale sarà lo stato di impotenza nel quale vivono i venezuelani”, ha precisato il magistrato in una nota. “A promuovere il golpe sono il Tribunale supremo della giustizia e il governo – conclude Luisa Ortega Diaz – Hanno deciso di rimuovermi affinché smetta di difendere i diritti del popolo“.
Al suo posto è stato nominato Tarek William Saab, finora Ombudsman (difensore civico) del Venezuela, “in modo provvisorio”. Saab ha giurato nel corso di quella che è stata la prima sessione dell’Assemblea Costituente promossa dal presidente Nicolas Maduro.
Intanto uno dei leader della opposizione al governo Maduro, Leopoldo Lopez, è tornato agli arresti domiciliari dopo essere rimasto in carcere per quattro giorni. Ne ha dato notizia la moglie, Lilian Tintori su Twitter: “Hanno appena trasferito Leopoldo a casa. Continuiamo con più convinzione e fermezza per ottenere la pace e la libertà del Venezuela”, ha scritto la moglie.
Lopez, 46 anni, assieme al sindaco di Caracas, Antonio Ledezma di 62, era stato portato in carcere martedì scorso nella prigione militare di Ramo Verde alla periferia di Caracas dopo che il Tribunale Supremo di Giustizia aveva deciso di revocare i domiciliari per entrambi.
“Una cosa è il percorso del Papa come difensore dei popoli cristiani con la sua umiltà, un’altra, molto diversa, è la struttura della segreteria di Stato vaticana, della burocrazia”, ha affermato Maduro, intervistato da un’emittente argentina. “Sfortunatamente Monsignor Parolin è caduto nelle mani dei settori più estremisti del vertice della Chiesa cattolica venezuelana”.
Foto da Twitter.