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Marocco: ripresi per la prima volta i gatti delle sabbie – VIDEO

Ripresi per la prima volta i gatti delle sabbie. A realizzare il video il ricercatore Grégory Breton che insieme al collega Alexander Sliwa attraversava alle 2 del mattino il deserto del Sahara in Marocco. Durante il tragitto i fari della loro Jeep hanno illuminato una sterpaglia dentro la quale luccicavano tre paia di occhi: “Erano tre cuccioli di gatto delle sabbie”, racconta Breton.

Battezzato dallo studioso Victor Loche Felis Margarita dal nome di Jean-Auguste Margueritte, il soldato francese a capo della spedizione durante la quale venne avvistato per la prima volta, il gatto delle sabbie è difficilissimo da osservare. Non lascia tracce del suo passaggio, come resti delle prede consumate, e il suo miagolio è quasi impercettibile.

Diffuso in aree dalle temperature molto elevate come i deserti dell’Africa settentrionale e dell’Asia sud-occidentale e centrale, il gatto delle sabbie è piccolo e tarchiato, presenta un mantello giallo-sabbia con bande più chiare su zampe e mento, zampe corte, coda lunga, orecchie grandi e appuntite e occhi giallo-verdastri.

I ricercatori Grégory Breton e Alexander Sliwa fanno parte di Panthera, l’unica organizzazione al mondo che si dedica alla salvaguardia di 40 specie di felini selvatici e del loro ecosistema. Il video realizzato dai due ricercatori è il primo è l’unico che riprende i gatti delle sabbie nel loro habitat naturale.

 

Valentina Grasso

Il cinema è il grande amore cresciuto insieme a quello per la scrittura. Iniziati entrambi quasi per gioco, con il tempo sono diventati qualcosa di più serio spingendomi ad approfondirli fino a farne una professione. Il fascino del buio della sala risiede nel viaggio attraverso mondi alternativi perché è vero ciò che diceva Alfred Hitchcock, "c'è qualcosa di più importante della logica, l'immaginazione".

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Valentina Grasso
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