La legge con cui l’Italia ha fatto slittare al 30 giugno 2011 la rata annua di rimborso in scadenza il 31 dicembre 2010, ha trasformato in un aiuto nuovo e illegale tutto il regime di aiuti concesso un tempo, a condizioni diverse, dal Consiglio Ue.
E’ la motivazione con cui la Corte di giustizia Ue ha respinto il ricorso dell’Italia, confermando la decisione della Commissione Ue sul recupero integrale degli aiuti per le quote latte.
L’Italia adesso rischia una multa dalla commissione europea per aver erogato aiuti di stato ai produttori di latte. La vicenda risale al biennio 2010-11, quando l’allora ministro alle Politiche agricole Giancarlo Galan, con un decreto poi convertito in legge, ha concesso ai produttori di latte un differimento di sei mesi per il pagamento delle multe per l’eccesso di produzione avvenuto tra il 1995 e il 2002.
Le autorità nazionali dovrebbero esigere dai produttori di latte il pagamento degli interessi non versati. Tale somma dovrà essere calcolata in sede europea tenendo anche conto delle penalità che si sono sommate nel tempo. E se l’Italia non dovesse recuperare tutti i soldi necessari a saldare il conto, rischierebbe di incorrere in un procedura di infrazione, il cui esito potrebbe essere il pagamento di multe.
Ma c’è un problema: molte delle aziende che hanno beneficiato di questo aiuto di Stato unilaterale oggi hanno chiuso, quindi il recupero dei soldi è complicato.
