Fisco, solo il 57% dei commercianti è in regola | Barbieri e lavanderie dichiarano meno di tutti

di Redazione

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Fisco, solo il 57% dei commercianti è in regola | Barbieri e lavanderie dichiarano meno di tutti

| giovedì 23 Novembre 2017 - 19:11

Da un lato i professionisti, dall’altro i commercianti. Sono queste le due categorie che fotografano al meglio il quadro dei contribuenti italiani fornito dall’Agenzia delle Entrate. Secondo gli studi di settore, i commercianti sono i “meno congrui” con il fisco: al primo controllo solo il 57% è in regola con i redditi dichiarati.

Dopo l’adeguamento, i regolari salgono al 68,6%. Anche servizi e piccole manifatture non spiccano per regolarità: il 31,9% e al 31,7% rimangono irregolari. In totale c’è un 28% di contribuenti che non rientra nei criteri di regolarità previsti dal fisco e nemmeno si adegua.

Le tabelle mostrano che nel 2016 dei 3,2 milioni di contribuenti sottoposti agli studi il 64% è subito risultato congruo e la percentuale è salita al 71 con gli adeguamenti in dichiarazione. Come detto barbieri e parrucchieri, insieme alle lavanderie dichiarano al fisco ricavi troppo bassi che risultano fuori linea rispettivamente per il 55 e il 52% dei casi.

Seguono i fiorai (47%). Le discoteche, invece, sono regolari al 58%, ma nel 95% dei casi mostrano incoerenze. La medaglia d’oro per il settore che mostra maggiore “regolarità” va agli amministratori di condominio che sono in testa con un 75% di congruità immediata, che sale al 79% dopo l’adeguamento in dichiarazione al reddito minimo previsto.

I ricavi e i compensi dichiarati dai contribuenti sottoposti agli studi di settore aumentano. Nel 2016 si sono attestati a 227.683 euro medi contro i 214.330 del 2015 e i 203.286 del 2014. Ma il numero delle posizioni dei contribuenti è diminuito di circa 300mila unità in un solo anno, scendendo dai 3,6 milioni del 2015 al 3,3 del 2016.

Nel complesso, comunque, nel 2016 in Italia la pressione fiscale è calata al 42,9% del Pil rispetto al 43,3% dell’anno precedente. A dispetto di ciò, l’Italia resta nella parte alta della classifica dell’Ocse delle nazioni con la pressione fiscale maggiore.

La Danimarca è il Paese i cui cittadini sono più tartassati, con una pressione al 45,94%, davanti a Francia (45,27%) e Belgio (44,18%). L’Ocse rileva inoltre che l’attuale livello di pressione fiscale in Italia risulta superiore al 40,6% cui si attestava nel 2000.

 

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