‘Ndrangheta, blitz in Calabria: 48 arresti | In manette anche l’ex sindaco di Taurianova

di Redazione

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‘Ndrangheta, blitz in Calabria: 48 arresti | In manette anche l’ex sindaco di Taurianova

| martedì 12 Dicembre 2017 - 08:21

Un blitz di carabinieri, polizia e Guardia di finanza, coordinati dalla Dda di Reggio Calabria, ha portato a 48 provvedimenti di custodia cautelare (44 in carcere e 4 ai domiciliari). Le accuse, a vario titolo, sono di associazione mafiosa, estorsione, danneggiamento, trasferimento fraudolento di valori, procurata inosservanza di pena e porto illegale di armi, commessi con l’aggravante del ricorso al metodo mafioso, ovvero al fine di agevolare la ‘ndrangheta.

Sono stati sequestrati dalla Guardia di Finanza beni per un valore di circa 25 milioni di euro. Nel corso dell’operazione gli investigatori hanno eseguito anche numerose perquisizioni. Le cosche della ‘ndrangheta si erano infiltrate nel Comune di Taurianova negli appalti per le opere pubbliche. È quanto emerso nell’inchiesta “Terramara – Closed”. I fatti non si riferiscono all’amministrazione in carica, eletta nel 2015 dopo un periodo di commissariamento seguito al terzo scioglimento dell’Ente.

L’inchiesta, coordinata dalla Dda di Reggio Calabria, sviluppata nell’arco temporale 2012-2016, ha delineato gli assetti e l’operatività delle cosche Avignone – Zagari – Fazzalari – Viola cui sono collegati, con autonomia funzionale, i gruppi Sposato-Tallarida e Maio-Cianci attivi nell’area di Taurianova.

Sono state documentate intimidazioni ed estorsioni, il condizionamento nel campo edile e in quello alimentare, il controllo delle intermediazioni immobiliari, delle produzioni serricole e delle energie rinnovabili. Individuati anche i soggetti che hanno favorito la ventennale latitanza di Ernesto Fazzalari catturato dai carabinieri il 26 giugno 2016.

L’ex sindaco di Taurianova Domenico Romeo e l’ex assessore comunale Francesco Sposato, figurano tra gli arrestati. Romeo, in carica dal giugno 2007 al 5 gennaio del 2009 e da maggio 2011 a luglio 2013 – quando il Comune fu sciolto per infiltrazioni mafiose – è accusato di concorso esterno in associazione mafiosa per aver favorito le cosche di Taurianova con la concessione di autorizzazioni a beneficio di imprese riconducibili ai clan.

Sposato, assessore allo Sport, turismo e spettacolo nella prima giunta di Romeo di cui era uomo di fiducia e consigliere di minoranza nella seconda Giunta Romeo, è accusato di partecipazione ad associazione mafiosa ed in particolare al gruppo Sposato – Tallarida aderente al cartello Zagari-Viola-Fazzalari. Secondo l’accusa avrebbe avuto il ruolo di far acquisire – con azioni corruttive, abusando della sua qualifica – il controllo degli appalti pubblici di Taurianova alla cosca di appartenenza.

L’inchiesta, per l’accusa, svela come quella amministrazione comunale avesse improntato la propria azione politico-amministrativa a soddisfare gli interessi e le istanze provenienti delle cosche della ‘ndrangheta. Romeo era quindo il “referente politico” delle cosche essendo stato eletto con i voti della ‘ndrangheta ed essendosi attivato, una volta in carica, per favorire la concessione di autorizzazioni edilizie a favore di imprese del settore fotovoltaico riconducibili alle stesse ‘ndrine. È l’accusa mossa dalla Dda di Reggio Calabria.

Dalle indagini è emerso anche come il responsabile dell’ufficio tecnico del comune si fosse opposto al rilascio delle concessioni da lui ritenute illegittime per l’assenza di Piano Strutturale Comunale (Psc) e, per questo, fosse divenuto bersaglio di diversi atti intimidatori e di minacce perpetrate, secondo l’accusa, anche dallo stesso Romeo. L’inchiesta ha evidenziato anche il ruolo dell’ex assessore comunale di Taurianova Francesco Sposato che, alleato di Romeo nel corso della prima esperienza amministrativa fatta insieme, si era poi scontrato con il primo cittadino perché, secondo l’accusa, Romeo si era opposto alle mire del clan Sposato che voleva mettere le mani sul cimitero di Iatrinoli di Taurianova.

Romeo, per questo, fu vittima di alcuni atti intimidatori e danneggiamenti: a settembre 2008 furono sparati colpi di pistola contro la sua auto, poi gli vennero recapitate buste con proiettili ed il 14 febbraio 2012 un ordigno fu fatto esplodere in una stalla di proprietà del fratello, Antonio Romeo, provocando la morte di un cavallo ed il danneggiamento del maneggio che li ospitava. 

Due distinti provvedimenti hanno riguardato gli esiti delle investigazioni avviate per la ricerca del latitante Ernesto Fazzalari, esponente di spicco dell’omonima ‘ndrina, catturato dai carabinieri il 26 giugno 2016. Indagini grazie alle quali i carabinieri hanno delineare la struttura e le dinamiche criminali della cosca, individuandone le figure apicali. Un altro filone, portato avanti da Squadra mobile di Reggio e dal Commissariato di Cittanova ha riguardato il “cartello di imprese” della famiglia Sposato che spazia dalla costruzione di edifici, alla commercializzazione all’ingrosso di materiali per l’edilizia e la produzione del calcestruzzo al settore alimentare.

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