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Visite fiscali, no all’armonizzazione tra settori | Restano le differenze tra pubblico e privato

Alla fine tutto resterà com’è. La tanto attesa armonizzazione tra settore pubblico e privato, per quanto riguarda le fasce orarie delle visite fiscali, non si farà: restano quindi le 7 ore per i dipendenti pubblici e le 4 ore per i privati. Secondo il ministero si sarebbe avuta una riduzione delle finestre orarie per gli statali e dunque “una minore incisività della disciplina dei controlli”.

Il decreto sulla riforma del pubblico impiego individua le fasce di reperibilità tra le 9 e le 13 e tra le 15 e le 18 di ciascun giorno. Resta quindi immutata la differenziazione tra il pubblico e il privato, dove le finestre sono più brevi, ricomprese tra le ore 10 e le 12 e tra le ore 17 e le 19.

Il presidente dell’Inps Tito Boeri si era espresso per portare tutti a sette ore, mentre la seconda opzione era accorciare la reperibilità per gli statali: “L’armonizzazione alla disciplina prevista per i lavoratori privati avrebbe comportato per i dipendenti pubblici una riduzione delle fasce orarie da sette ore giornaliere a sole quattro e, quindi, una minore incisività della disciplina dei controlli”.

Non mancano però alcune novità, come la “cadenza sistematica e ripetitiva dei controlli, anche in prossimità delle giornate festive e di riposo settimanale”. La regola è stata pensata contro i cosiddetti “furbetti del weekend” che si assentano regolarmente il lunedì per usufruire del “ponte”. 

Redazione

Si24 è un quotidiano online di cronaca, analisi, opinione e approfondimento, fondato nel 2013 e con sede a Palermo. Il direttore responsabile ed editore è Maria Pia Ferlazzo.

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