Il rammarico degli estorsori per aver incendiato un solo mezzo

di Redazione

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Il rammarico degli estorsori per aver incendiato un solo mezzo

| martedì 23 Gennaio 2018 - 08:47

Due atti incendiari sono stati intercettati nel corso dell’operazione ‘Montagna’ che ha portato, ieri, all’arresto di 56 persone nell’Agrigentino. Il rogo di una pala meccanica avvenne il 15 settembre 2014. Nelle intercettazioni si sentono due uomini che hanno individuato un escavatore, al quale danno fuoco ma si rammaricano che c’è solamente un mezzo possono appiccare le fiamme sono a questo mentre non trovano un secondo mezzo.

Durante il dialogo tra i due si sente la deflagrazione e si vede il conseguente incendio del mezzo. “Questa strada resta tutta al buio resta…”, dice il primo. Il secondo chiede: “Lì è?”. L’altro conferma: “Sì c’è… c’è solo… la… l’escavatore piccolo… c’è solo il mini… la mini pala… e poi basta… questo solo basta…”. In sottofondo si sente lo scoppio del mezzo: “Si!!…” Il primo precisa: “L’escavatore piccolo se lo sono portato… c’era l’escavatore piccolo… e se lo sono portato… non c’era… non lo sono portato… non c’era… non lo rinchiude là no?…”.

I carabinieri di Agrigento hanno inoltre scovato il tesoro dei boss della mafia agrigentina, sequestrando 500 mila euro: 230 mila euro a Giuseppe Luciano Spoto, 200 mila euro a Vincenzo Mangiapane, 49 mila euro a Domenico Maniscalco e quasi 18 mila euro a Giuseppe Blando. Sono stati tutti arrestati nel blitz, di ieri, coordinato dalla Direzione distrettuale antimafia di Palermo. Risultano tutti sono ufficialmente disoccupati o vivono di lavori saltuari.

Una parte del denaro è stata tradizionalmente destinata al sostegno economico dei Fragapane.

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