Anno giudiziario, Mammone: “In aumento i femminicidi”

di Redazione

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Anno giudiziario, Mammone: “In aumento i femminicidi”

| venerdì 26 Gennaio 2018 - 14:20

Il Primo presidente della Cassazione, Giovanni Mammone, per l’apertura dell’anno giudiziario, ha voluto ribadire l’allarme e la preoccupazione per il fenomeno del femminicidio.

“Di notevole allarme sociale è il fenomeno del femminicidio, indice della persistente situazione di vulnerabilità della donna e – sottolinea – di una tendenza a risolvere la crisi dei rapporti interpersonali attraverso la violenza”. 

Mammone, inoltre, segnala anche l’aumento dei reati per violenza sessuale e “per atteggiamenti persecutori verso il partner (stalking)”.

Secondo Mammone, risulta “allarmante” anche il fenomeno delle “aggressioni violente e immotivate messe in atto da giovanissimi ai danni di coetanei. A fronte del moltiplicarsi dei fenomeni di esplosione incontrollata di aggressività la risposta esclusivamente repressiva si rivela inefficace”.

Il Primo presidente della Cassazione sottolinea poi come “l’abuso dei mezzi di comunicazione e degli strumenti di partecipazione sociale messi a disposizione dalla Rete costituisce un fenomeno crescente e preoccupante. Da un lato è violato il diritto della collettività ad essere informata in maniera corretta, dall’altro sono messi in moto meccanismi di diffusione sociale delle notizie che possono arrecare, anche inconsapevolmente, danni a soggetti terzi”.

Durante l’inaugurazione dell’anno giudiziario, Mammone si sofferma anche sulla “criticità della quantità di nuovi ricorsi, sia civili che penali, che vengono iscritti ogni anno. Si tratta di una quantità veramente abnorme per una Corte deputata a realizzare l’esatta osservanza è l’uniforme interpretazione della legge”.

Per quanto riguarda gli aspetti positivi, il Primo presidente della Cassazione ha fatto presente che “la durata media del giudizio penale di Cassazione, già di per sé contenuta, è ulteriormente diminuita, passando dai 240 giorni del 2016 ai 200 del 2017, rimanendo al di sotto del limite massimo fissato dalla Corte della Convenzione europea dei diritti dell’uomo”. Anche per il civile c’e’ una “riduzione della durata media dei processi – aggiunge -, che è scesa per la prima volta sotto i tre anni”.

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