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Liquami nel fiume Crati, sequestrato il depuratore di Rende

I liquami prodotti dal depuratore consortile “Valle Crati” di Rende, in provincia di Cosenza, finivano nelle acque del fiume Crati senza essere trattati in modo conforme alla legge. Lo hanno accertato i carabinieri forestali del Gruppo di Cosenza nell’ambito dell’operazione “Cloaca maxima” che ha portato al sequestro dell’impianto. 

L’operazione, diretta dalla Procura della Repubblica di Cosenza, ha disposto inoltre l’esecuzione di sei misure cautelari nei confronti di dirigenti ed amministratori della società che ha in gestione l’impianto. Secondo gli inquirenti, dalla cattiva gestione dei liquami, ne derivava una condizione di grave inquinamento, con conseguenti pericoli per la salute pubblica.

“Questa è la più importante indagine in materia di tutela dell’ambiente mai condotta nel Cosentino”, ha detto all’Ansa il Procuratore della Repubblica di Cosenza, Mario Spagnuolo.  “Grazie alla professionalità dei carabinieri forestali – aggiunge il procuratore Spagnuolo – è stato possibile stabilire con certezza che l’impianto che doveva servire per depurare i reflui era invece un mezzo attraverso il quale si inquinavano le acque dei fiumi. L’indagine prosegue al fine d’individuare ulteriori e diverse responsabilità”. 

Redazione

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