Berlusconi, Arafat e gli italiani: le “memorie” che servono solo a pochi

di Paola Chirico

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Berlusconi, Arafat e gli italiani: le “memorie” che servono solo a pochi

| domenica 04 Febbraio 2018 - 11:05

Nei giorni scorsi è stata data con grande rilievo dai media la notizia di un diario non più segreto di Arafat che ad anni dalla morte di questi, rivelerebbe retroscena importanti sul giro di decine miliardi di lire tra Berlusconi, Arafat e Bettino Craxi. La notizia viene data dal settimanale italiano “L’espresso”, che pubblica le memorie “postume” di Arafat. Secondo lo stesso settimanale, sarebbero contenute in  diversi diari venuti solo oggi alla luce. La notizia è veramente inquietante.

Infatti la vicenda cui si fa riferimento risale a decine di anni fa ed oggi definitivamente chiusa dopo l’ultimo grado di giudizio, sempre decine di anni fa. Purtroppo però queste memorie “postume” di Arafat, come sono state definite da qualche colto giornalista – al quale sfugge che le memorie non possono essere postume, sono memorie e basta! – ormai  non sono più verificabili: il presunto autore è morto e non può né smentire né confermare alcunché.

Una perizia calligrafica ha già confermato che non siano state scritte dal signor Rossi ma veramente da Arafat? E pure in questa – non verificata – ipotesi, pubblicare oggi queste memorie a che serve? Assolutamente a nulla posto che non sono utili a riaprire eventuali nuove verifiche dei fatti. Allora a chi servono e perché? Questa è una domanda invece interessante perché, se non sono utili rispetto alla verità, evidentemente sono utili ad altro. E la loro utilità è quella, ad un mese dalle elezioni politiche di questo Paese, di inquinare l’aria e le menti gettando fumi di veleno sull’avversario forte; che, guarda caso, è l’evergreen Berlusconi.

Stupisce, peraltro, che una notizia tanto importante sul piano della politica internazionale ed in particolare di quella, delicatissima, medio-orientale in un momento storico di grandi eventi, quale quello fu, venga diffusa non dal New York Times o dalla CNN  ma da un giornale, diciamo così “ territoriale”, che risponde ancora ai  metodi arcaici della rivalità ed antagonismo corpo a corpo, personale e politico.

Dunque, tra Berlusconi ed Arafat ci sono i lettori italiani i quali, secondo il giornale in questione, sono tanto stupidi da leggerlo senza porsi domande. Ora non è importante, come sostenuto da taluni, che tutto ciò alla fine faccia proprio il gioco pro- Berlusconi. Intendiamoci: questo è certo! Ma non è il punto. Il punto è che da qualcuno si ritiene che noi italiani ormai possiamo  essere presi in giro non solo dai vivi, ma addirittura dai morti!

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