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Oxfam, nuove accuse per il numero uno Goldring

Il caso Oxfam continua a riservare colpi di scena: dopo le dimissioni della vice-direttrice Lawrence, rischia di cadere il numero uno, Mark Goldring. Le nuove rivelazioni giungono dal Times che, da giorni, indaga sulla regina delle ONG. La soffiata l’avrebbe data Helen Evans, ex dipendente e capo della divisione di sicurezza dal 2012 al 2015. Secondo le accuse, Goldring sarebbe stato a conoscenza del caso di una donna costretta a fare sesso per ricevere aiuti. Tuttavia, non avrebbe fatto nulla per intervenire.

L’ex dirigente Evans, abbandonata Oxfam, avrebbe riferito alla Charity Commission, agenzia che sovrintende alle ONG britanniche, di due casi di molestie già denunciati e deliberatamente ignorati da Goldring e dai suoi collaboratori. Una volontaria stuprata in Sudan da un collega e, in Gran Bretagna, un commesso molestato in uno dei molti negozi dell’organizzazione. Se confermate, queste accuse renderebbero colpevoli di insabbiamento non solo i vertici di Oxfam ma persino le autorità pubbliche. La Charity Commission, infatti, non avrebbe preso per anni alcun provvedimento.

“I genitori non manderebbero i loro figli a fare esperienza nei ‘charity shops’ della Oxfam, se sapessero quale è la situazione”, dichiara Evans al Times ipotizzando una gravissima incidenza di abusi non solo in Ciad o ad Haiti, ma in Inghilterra. “Membri dello staff sottoposti a molestie”, denuncia poi la donna al quotidiano londinese, evidenziando come nei negozi di Oxfam lavorino in stage moltissimi minorenni.

Lo scandalo cresce quindi in modo devastante. Le autorità britanniche hanno disposto martedì un’inchiesta sulla Charity Commission. Oltre alle minacce del governo di Downing Street e dell’Unione Europea di tagliare i contributi, il Guardian paventa un ulteriore rischio: “È orribile che ci sia chi strumentalizza gli abusi per cercare di tagliare gli aiuti umanitari”. La testata sembra alludere a Jacob Rees-Mogg, aspirante premier dei conservatori, che ha fatto recapitare al governo May una petizione per diminuire l’assistenza pubblica ai paesi emergenti. 

Andrea Profeta

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Andrea Profeta
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