La Forma dell’acqua, la favola omaggio al cinema classico

di Paola Chirico

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La Forma dell’acqua, la favola omaggio al cinema classico

| martedì 20 Febbraio 2018 - 19:56

La Forma dell’acqua (The Shape of Water) è un film del 2017 diretto da Guillermo del Toro. Il film ha vinto il Leone d’oro al miglior film alla 74ª Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia. Il film ha ricevuto 13 nomination agli Oscar.

Recensione de La forma dell’acqua

Del Toro ha dichiarato di aver raccontato la trama a Sally Hawkins nel 2014, ai Golden Globe, dopo che aveva bevuto, dicendo che è stato difficile visto che La Forma dell’acqua [citation]”è quel tipo di film che, a raccontarlo, ti fa sembrare ubriaco anche se non lo sei”.[/citation]

C’è una cosa che Del Toro ha ben compreso, ovvero che se ad una favola per bambini aggiungi qualche elemento adulto come implicazioni serie in un rapporto e conseguenze, la formula è vincente. Lasciare che le favole ci parlino in modi totalmente nuovi. Questo è quello che accade con La Forma dell’acqua

Sembra una storia trita e ritrita quella di una bestia, un mostro, tenuto prigioniero da uomini malvagi, e una bella che si innamora di lui. In realtà, però, nessuno ci ha mai convinto che, in fondo, questa fosse un’unione auspicabile, unione tra diversi che poi non sono tali.

Questo è un film che per dirla come A.O. Scott del New York Times: [citation]”E’ fatto di colori vividi e di scure ombre, luminoso come un musical e torbido come un film noir”.[/citation]

Un film senza sfumature, dove i buoni sono buonissimi e i cattivi sono cattivissimi. Ma la vera sfida è la dimensione poetica. Il film apre con una casa immersa nell’acqua e una voce fuoricampo, che come in ogni favola che si rispetti, narra il prologo. Tutto questo viene interrotto dal vero inizio, dove la routine della protagonista ci fa entrare in un’altra dimensione: al mattino un uovo sodo, masturbazione e via. 

Del Toro coniuga perfettamente la dimensione fiabesca dell’amore con quella concretamente sessuale, dando un senso di realtà nella favola.

La sfida che Sally Hawkins si carica sulle spalle è vinta. Da personaggio muto, riesce a coniugare l’innocenza e tenerezza di Amelie con una dimensione sessualmente concreta. 

Lui, invece, sembra proprio il mostro della Laguna Nera, dell’omonimo film, tenuto a nuotare in una vasca per esperimenti in cui viene elettrificato quando fa qualcosa che non va bene. E’ qui che ci acconrgiamo come l’acqua sia un elemento sempre presente. Come si evince dal titolo, è l’acqua a dar forma all’amore, è l’elemento di cui si compone il film. 

In acqua inizia il film, in acqua lei si masturba, in acqua vive la creatura, sotto la pioggia finirà il film e in acqua ci sarà la scena d’amore più commovente dell’anno.

La forma dell’acqua spiazza lo spettatore, portando i confini dell’amore sempre più in là, dove non esistono. Per questo si può considerare uno dei film più politici dell’anno.

Tutti i film che fanno innamorare tra loro due persone diverse hanno come sottotesto la naturalità di qualsiasi relazione amorosa, è, però, anche vero che prendendo un’unione a prima vista respingente e rendendola con il tempo accettabile e coinvolgente, La forma dell’acqua cerca di far compiere al giudizio di chi guarda tutto il percorso: dalla presa di distanza, fino alla totale comprensione di un sentimento.

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