Populismo, e basta. L’Analisi del voto

di Maria Pia Ferlazzo

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Populismo, e basta. L’Analisi del voto

| lunedì 05 Marzo 2018 - 13:45

Ed anche questa è fatta. Parodiando un famoso film, si potrebbe dire ‘italiani brava gente‘,  che ancora una volta dimostrano che senza scendere in piazza con i forconi le rivoluzioni si possono fare civilmente con gli strumenti della democrazia. E l’hanno fatta. Sì, perché di una rivoluzione si è trattato. E non si parla di una rivolta circoscritta al Mezzogiorno. Al di là dei risultati definitivi di massima precisione, dagli italiani viene una voce netta e forte: BASTA.

Basta con la mala politica 

Basta con la mala politica,  con un ceto politico incapace di governare, basta con la disoccupazione crescente, basta con l’asservimento alla Unione Europea in cambio di elasticità nelle politiche interne – come detto dalla Bonino – basta con il sistema dei cerchi magici, con un governo che non tiene conto delle politiche di sostegno, basta con tasse asfissianti a fronte degli sprechi a fiumi di un sistema che nessuno ha interesse a modificare.  

Basta con il crollo della nostra agricoltura, della pesca e lo strangolamento degli imprenditori. Basta con una politica che non riesce a creare occupazione né sviluppo e che produce slogan mentendo sapendo di mentire: revisione e taglio della spesa pubblica, riforma della pubblica amministrazione, macchine blu da vendere all’asta, chiusura di tutte le centinaia di partecipate inutili: gli italiani di tutte queste balle hanno dimostrato di averne buona memoria e le tasche piene. La debacle del centrosinistra e del Pd era annunciata anche se non addirittura la sua disfatta, e chi era andato per rottamare è stato rottamato: vedranno loro se continuare così o raddrizzare la barra con la guida di un politico vero, che forse potrebbe essere il bravo e saggio Veltroni.  Magari un Pd che ritrovi la sua vera vocazione popolare, che aggreghi senza provocare e alimentare rabbie.

Tutti gli sconfitti 

Ma se il Pd piange Forza Italia non ride, scesa com’ è ai minimi storici nonostante non sia stata forza di governo e nonostante  l’altrui malgoverno: perché anche qui si è detto BASTA, basta con i soliti politici in poltrona da vent’anni, basta con un sistema fallimentare. Quello che semplicemente e chiaramente emerge è che oggi gli italiani non hanno scelto soltanto dei partiti: ma che attraverso nuovi partiti hanno scelto un nuovo sistema. E questo non perché, come è stato detto da qualcuno, spira un vento di destra: non spira alcun vento, né di destra né di altro. Cadute le ideologie, cadute le appartenenze ideali, oggi l’unico vento forte che sentiamo è quello della politica reale. Quello della politica per il popolo, dei cittadini e della loro vita quotidiana: questo hanno capito e proposto le forze vincenti e di questo sono state premiate. Per questo, tra le componenti della coalizione di centrodestra è stata premiata la forte volontà politica della nuova Lega di cambiare il sistema e per questo assistiamo allo stupefacente risultato dei Cinquestelle: entrambi questi partiti sono l’espressione più evidente della ripulsa sociale per un sistema, marcio ed obsoleto. 

Ed i nostri soloni, che si  affannano a definire tutto ciò “populismo” con tono dispregiativo ed insolente, forse dovrebbero cominciare a capire che “populismo” significa soprattutto espressione dei valori e della volontà  del popolo.

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