Presidenza Camere, strappo FI-Lega su Bernini

di Redazione

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Presidenza Camere, strappo FI-Lega su Bernini

| venerdì 23 Marzo 2018 - 08:06

La prima seduta ufficiale della 18esima legislatura con all’ordine del giorno l’elezione dei presidenti di Camera e Senato, si è confermata piuttosto travagliata. Fumata nera sia alla Camera dei Deputati che al Senato.

Il colpo di scena di Salvini: “Votiamo la Bernini”

Ma il colpo di scena arriva intorno alle 18 con un annuncio a sorpresa da parte del leader della Lega, Matteo Salvini: “Proponiamo Bernini per senso di responsabilità”.

“Per uscire dal pantano la Lega – ha dichiarato Salvini – fa un gesto di responsabilità all’interno del centrodestra, non abbiamo chiesto nulla per noi, ma qui si fa notte e quindi abbiamo scelto di votare un candidato di centrodestra, di Forza Italia. Un atto di amore verso il parlamento e verso il centrodestra: abbiamo votato Anna Maria Bernini”.

FI sconfessa Salvini: “Nostro candidato è Romani”

“Abbiamo deciso di votare scheda bianca e stiamo votando scheda bianca. Della scelta della Lega di votare Bernini abbiamo appreso in Aula e ne prendiamo atto ma non era concordata né attesa”. Lo dice Renato Schifani, di FI, interpellato dai cronisti in Senato. “Valuterà Berlusconi ma allo stato attuale c’è un candidato di Forza Italia che è Paolo Romani: si era anche fatto il nome della Bernini, ma il nostro candidato fino a prova contraria è Romani”.

Dopo l’annuncio del leader della Lega Matteo Salvini di votare a Palazzo Madama Anna Maria Bernini, Silvio Berlusconi ha deciso di convocare a Palazzo Grazioli lo stato maggiore del partito per fare il punto della situazione. La notizia che la Lega avesse deciso di votare l’esponente di FI, a quanto si apprende, ha lasciato senza parole gli esponenti di FI che al Senato hanno capito solo dentro l’emiciclo che il Carroccio aveva deciso di votare la Bernini.

“I voti al Senato ad Anna Maria Bernini strumentalmente utilizzata sono da considerarsi un atto di ostilità a freddo della Lega che da un lato rompe l’unità della coalizione di centrodestra e dall’altro smaschera il progetto per un governo Lega-M5s”. È quanto si legge in una nota di Forza Italia.

Silvio Berlusconi ha confermato la stima che nutre nei confronti di Anna Maria Bernini ma, nell’incontro con la senatrice a palazzo Grazioli, le avrebbe detto di non poter sostenere la sua corsa perché impossibile “accettare diktat da altri”. Bernini, sempre a quanto raccontano fonti di Forza Italia, avrebbe offerto al leader del partito la disponibilità a ritirarsi.

“Rivolgo l’ultimo appello al centrodestra perché questo delicato passaggio sulle presidenze delle Camere non si risolva in un ‘liberi tutti’, soprattutto per rispetto dei milioni di elettori che ci hanno votato. Facciamo un passo indietro perché se ne possa fare uno in avanti”. Lo ha affermato la leader di Fratelli d’Italia, Giorgia Meloni, che si è detta “disponibile a un nuovo incontro nella speranza che ci sia ancora un margine per ricomporre la coalizione”.

E in serata nuova dichiarazione di Salvini con la quale ha precisato che “vista la disponibilità dei 5stelle a sostenere un candidato del centrodestra alla presidenza del Senato, noi ne appoggeremo uno dei 5stelle alla presidenza camera. Aspettiamo di conoscere nomi”.

Alla Camera dei Deputati tre votazioni e nulla di fatto

Alla Camera alla prima votazione per eleggere il presidente, nessuno aveva raggiunto la maggioranza dei due terzi dei componenti dell’Aula (ovvero 420 voti) necessaria al primo scrutinio.

I presenti sono 620, i votanti 620, nessun astenuto: 18 schede nulle e 592 schede bianche. Per il secondo e terzo scrutinio il regolamento abbassa il quorum ai 2/3 dei votanti, contando anche le schede bianche. M5S e FI non sembrano intenzionati a cedere dalle loro posizioni, mentre Pd e Forza Italia sono orientati sulla scheda bianca.

Nuova pioggia di schede bianche nell’Aula della Camera durante lo spoglio delle schede per la seconda votazione. I votanti sono stati 611, nessun astenuto e nessun deputato ha ottenuto la maggioranza dei due terzi richiesta, pari a 408 voti. Le schede bianche sono state 577, 6 le nulle. Servirà una nuova votazione, la terza. Il quorum rimarrà anche in questo nuovo scrutinio quello dei 2/3 dei votanti, contando anche le schede bianche.

Fumata nera anche alla terza votazione per eleggere il presidente: nessuno ha raggiunto il quorum dei due terzi dei votanti, contando anche le schede bianche, richiesto dal regolamento al secondo ed al terzo scrutinio. Servirà una nuova votazione, la quarta. Per far scattare l’elezione da questa nuova votazione sarà sufficiente la maggioranza assoluta dei voti, contando anche le schede bianche.

Alla Camera il presidente provvisorio è Roberto Giachetti (Pd) in quanto vicepresidente più anziano degli uscenti rieletto. Il suo look senza cravatta non è passato inosservato. Al Senato, invece, è stato il senatore a vita Giorgio Napolitano ad aprire i lavori: “Questa diciottesima legislatura nasce da un’ampia e appassionata partecipazione elettorale, il nostro punto di riferimento non possono essere che le espressioni della volontà elettorale”.

Senato, è scontro tra M5S e Forza Italia

E fumata nera anche per la prima votazione per l’elezione del presidente del Senato. Le schede bianche sono state 312 su 317. Le 5 schede con i nomi avevano su scritto Fabio Di Micco, Napolitano, Romani e Bonino.

In precedenza, durante l’incontro dei capigruppo di tutte le forze politiche, i principali partiti non sono riusciti a trovare l’accordo decisivo. Come noto, al M5S non piace l’ipotesi Romani avanzata da FI per la presidenza del Senato: “Il M5S – ha detto Renato Brunetta – si rifiuta di parlare con il presidente Berlusconi e questo per noi è inaccettabile”. 

“A suo tempo avevamo definito che i presidenti di Camera e Senato dovevano essere oggetto di una riunione dei leader e da quella doveva discendere la definizione, nomi e cognomi, degli uffici di presidenza – continua Brunetta – Questa riunione di leader non c’è stata per volontà del M5S di partecipare a una riunione collegiale con tutti i leader“.

Il M5S riconosce solo Salvini 

Secca la replica del capogruppo al Senato del M5S Danilo Toninelli: “Prendiamo atto che Forza Italia si è seduta al tavolo senza avere nessun tipo di mandato, mentre noi lo avevamo da Luigi Di Maio, per fare tutti i nomi e inserire tutte le caselle degli uffici di presidenza, però prendiamo atto e siamo disponibilissimi a incontrare il leader dal centrodestra, che è Matteo Salvini. Non li possiamo incontrare tutti, altrimenti diverrebbe una cosa caotica e ingestibile”, aggiunge.

“Per rispetto del voto degli italiani, ribadisco la nostra disponibilità a riconoscere ai 5 stelle la presidenza di una delle due Camere – fa sapere il leader della Lega Matteo Salvini – Invitiamo tutti i gruppi presenti in Parlamento a essere responsabili e a scegliere nel nome della più ampia partecipazione”. 

“Noi speravamo in un salto di qualità che purtroppo non c’è stato eppure il Pd è sempre stato propositivo. Il gioco dei veti e dei controveti ha bloccato tutto”, dichiara il reggente del Pd Maurizio Martin. “Noi non possiamo che ribadire che le istituzioni, scelte fondamentali come quelle dei presidenti di Camera e Senato, meritano un lavoro più responsabile, aperto”.

Salvini chiede un piccolo passo indietro al M5S

Dopo le due fumate nere è intervenuto Salvini che, lasciando Palazzo Madama ha detto: “Il M5s sbaglia a porre veti, ma sbaglia anche chi si arrocca su un solo nome: ognuno di noi, in questo momento deve parlare con tutti e mettersi di lato di qualche centimetro, noi della Lega ci siamo messi di lato di un chilometro…. È la mia posizione, che è la stessa di ieri e dei giorni scorsi”.

 

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