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Svezzamento, le regole dell’alimentazione a richiesta

Alimentazione e socializzazione con la famiglia rappresentano la nuova frontiera dello svezzamento. Basta fasi intermedie di pappe ed omogeneizzati, porte aperte all’alimentazione complementare a richiesta. A spiegare i pregi di questa nuova modalità di autosvezzamento è l’Associazione Culturale Pediatri in uno studio rivolto sia agli specialisti del settore ma anche a mamma e papà.

Lo studio sullo svezzamento

E’ infatti un falso mito che ci sia un’età prestabilita in cui debba avvenire il passaggio dal latte al cibo solido. Il bambino infatti intorno ai 6 mesi (ma potrebbe avvenire anche prima o dopo) inizia a mostrare interesse per il cibo. A quel punto dimostrerà di avere sviluppato un corretto sviluppo cognitivo e neuromotorio che gli consenta di richiedere il cibo attivamente. Attenzione però: il latte, meglio se materno, dovrà rimanere l’alimento principale fino ai 12 mesi.

Cosa può mangiare il bambino dopo lo svezzamento

Il passaggio al cibo solido dovrà essere graduale e rispettoso dei tempi del singolo bambino. Il piccolo infatti sarà capace di capire cosa vuole mangiare e in che quantità farlo. Seduto infatti a tavola con mamma e papà il bimbo chiederà cosa vuole assaggiare. Sarà compito dei genitori seguire quindi una dieta varia e usare il buon senso evitando cibi che il bimbo non riuscirebbe a digerire. Assolutamente importante è inoltre sminuzzare tutti i cibi richiesti.

 

 

Redazione

Si24 è un quotidiano online di cronaca, analisi, opinione e approfondimento, fondato nel 2013 e con sede a Palermo. Il direttore responsabile ed editore è Maria Pia Ferlazzo.

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  • La foto che correda l'articolo suggerisce l'esatto contrario di quanto presentato dal testo: assenza del modello genitoriale, bambino lasciato a se stesso, caos totale. Visto il forte potere comunicativo delle immagini, che ne dite di cambiare la foto?

    • Gentile Lucio, non ravvediamo nessuna stortura nella foto che ritrae un bambino intento a mangiare degli spaghetti al pomodoro. Può capitare che da piccoli si tenda a giocare con il cibo e non pensiamo che questo possa rappresentare un qualcosa di eccezionale o fortemente diseducativo o, peggio ancora, la prova dell'assenza dei genitori. Proprio perché le immagini, come le parole, sono importanti, sarebbe bene non gravarle di significati eccessivi rispetto alla loro "innocenza". Grazie lo stesso per la sua attenzione, ma rimaniamo convinti delle nostre scelte.

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