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Birre artigianali in Italia, la storia di Bruno Ribadi e di Birra Perugia

La sua “invenzione” risale a diversi millenni fa, quando luppolo, acqua, malto e orzo si conoscevano già. Stiamo parlando della birra, la bevanda più diffusa sul pianeta, prodotta probabilmente in Asia dai Sumeri. Risale addirittura al 4.500 a.C una tavoletta assira che non solo parla di “birra” ma anche di colui che la produce con maestria e dedizione, il “birraio”. La sua produzione aumentò negli anni successivi, non solo con i Sumeri anche con Assiri babilonesi ed Egizi, arrivando poi in Italia grazie a Etruschi e Romani e giungendo più o meno intatta fino ai nostri giorni.

Microbirrifici in Italia: l’azienda Bruno Ribadi a Cinisi

Oggi in Sicilia esistono circa 50 microbirrifici, mentre in Italia sono circa 1000, numeri che raccontano la crescita esponenziale di questo settore. A Cinisi, in provincia di Palermo, il birricifio Bruno Ribadi prende il nome di un ragazzo siciliano che, nato nei primi anni del 900, decise di esplorare il mondo con un’unica grande passione: la birra. Grazie alla frequentazione di un monaco belga nell’abbazia dei benedettini e ai suoi viaggi interminabili, Bruno venne proclamato mastro birraio e tornò in Sicilia con il desiderio di aprire un birrificio tutto suo. La sua storia è narrata in un diario segreto, ritrovato negli anni 2000 da Sandro e Vito Biundo, fondatori insieme al cugino Giuseppe del birrificio che ha aperto nel 2016. 

“Il birrificio nasce dopo la scoperta del diario di Bruno Ribadi, alchimista moderno, personaggio imprevedibile e fiabesco, fortemente legato al mondo della birra. Il diario si trovava in un vecchio casolare ed è stato questo ritrovamento a far nascere la scintilla che ci ha portato a dar vita al birrificio – racconta Sandro Biundo -. Io e mio cugino Vito avevamo un impianto di produzione casalinga e producevamo birra a livello amatoriale. Nel 2016 abbiamo avviato le pratiche, scegliendo di autofinanziarci”.

L’azienda produce sei tipologie di birre artigianali, la Special Ale, India Pale Ale, Pilsner, Bianca, Sicilian Pale Ale e Tripel. Tra queste merita un’occhio di riguardo l’India Pale Ale, prodotta con un unico grano biondo, una singola varietà di luppolo americano e foglie di agrumi di Sicilia che gli conferiscono un sentore agrumato-erbaceo, ottima in abbinamento con piatti a base di pesce alla griglia o a base di carne. La Tripel, birra in stile d’abbazia benedettina, riprende ancora una volta sapori e profumi siciliani, grazie al grano biancolilla siciliano, fichi secchi e miele di ape siciliana. E la Special Ale, prodotta con grano russello, uva passa di Pantelleria e carrube secche, ottima da dopo pasto, per accompagnare dolci e dessert, preferibilmente quelli siciliani (pignolata al miele, mustaccioli, biscotti alle mandorle). “Abbiamo azzardato a fare degli abbinamenti, fino ad oggi ben riusciti, facendo avvicinare più gente possibile a questo mondo” spiega Biundo.

I microbirrifici del centro Italia: La Fabbrica della Birra Perugia

A Perugia, all’altezza di Pontenuovo, sorge la Fabbrica della Birra Perugia, la cui storia ha radici antiche. Fondato nel 1875 ad opera del lombardo Ferdinando Sanvico, si tratta di uno dei primi birrifici sorti in Italia che raggiunse una produzione significativa nei primi del Novecento. Nel 1927 Birra Perugia fu costretta a cessare la sua attività e venne assorbita da Peroni.

Nel 2000, Antonio Boco, insieme ai soci Luana Meola e Matteo Natalini, decisero di aprire gli stabilimenti. “Tutto nacque dal ritrovamento di vecchi manifesti pubblicitari che ci incuriosirono molto – racconta Boco -. In seguito entrai in contatto con Emanuele Sanvico, nipote del fondatore, che ci raccontò tutti i dettagli dell’azienda. Grazie a queste informazioni abbiamo deciso di riaprire il birrificio”. Dopo anni di studi, sacrifici e progettazione, la Fabbrica della Birra Perugia è di nuovo realtà e nel 2016 ha ricevuto il premio come miglior birrificio dell’anno: “Mettere in piedi un birrificio non è facile, abbiamo dovuto mettere insieme risorse economiche non indifferenti – spiega Boco -. A Perugia abbiamo la fortuna di avere il CERB, Centro di Eccellenza per la Ricerca sulla Birra, che fa parte della facoltà di Agraria, grazie al quale c’è molto dinamismo in questo settore”.

Due le linee di birre prodotte dalla Fabbrica, quella classica – che comprende la Golden Ale, l’American Red Ale e la Chocolate Porter – e quella creativa, ovvero Calibro7, Ila e Suburbia, alle quali si affianca un’altra piccola linea di sperimentazione, la Birra Perugia Lav, con lieviti indigeni. “La linea classica contiene le prime tre birre prodotte dopo la fondazione, mentre quella creativa rappresenta il nostro lato più originale, dove vi è un salto di creatività superiore – continua l’imprenditore perugino – .La nostra filosofia è quella di produrre birre originali, molti facili da bere, quotidiane ma con una grande personalità e che mantengano un equilibrio molto netto”.

L’ultima creazione del birrificio è il sidro di mele biologiche, un fermentato di mele molto famoso in Inghilterra, Francia e da pochi anni in Italia. “Siamo stati i pionieri del sidro artigianale – conclude Boco -. Nonostante all’inizio fosse ancora per molti un oggetto misterioso, oggi il sidro sta prendendo sempre più piede in Italia e l’interesse è sempre più crescente”.

 

 

Federica Raccuglia

Giornalista pubblicista e laureata in “Editoria e comunicazione” all’Università degli Studi di Tor Vergata, mi occupo per Si24 di cultura e intrattenimento. Collaboro inoltre con un’agenzia di comunicazione in qualità di consulente per le relazioni con i media e social media manager. Amo i viaggi, la fotografia e la bellezza.

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