Corruzione, arrestato l’imprenditore Montante. Indagato Renato Schifani

di Redazione

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Corruzione, arrestato l’imprenditore Montante. Indagato Renato Schifani

| lunedì 14 Maggio 2018 - 07:45

Double face“, così la polizia di Caltanissetta ha rinominato l’operazione che ha portato all’arresto di Antonello Montante, imprenditore nisseno e attualmente presidente della Camera di Commercio di Caltanissetta e presidente di Retimpresa Servizi srl di Confindustria Nazionale, insieme ad altri cinque soggetti. Ai domiciliari anche tre poliziotti in servizio a Palermo: due in servizio e uno poi andato in pensione. 

Tra gli indagati anche Renato Schifani

Sono 22 gli indagati, non raggiunti da alcuni provvedimento, accusati di aver fatto parte della catena delle fughe di notizie, tra cui l’ex presidente del Senato Renato Schifani, l’ex generale Arturo Esposito, ex direttore del servizio segreto civile (Aisi); Andrea Cavacece, capo reparto dell’Aisi; Andrea Grassi, ex dirigente della prima divisione del Servizio centrale operativo della polizia.

Secondo gli inquirenti, l’imprenditore finito ai domiciliari, con regali costosi e soldi, avrebbe pagato alcuni investigatori per avere notizie sull’indagine della Dda a suo carico. L’inchiesta è stata condotta dalla Squadra mobile, guidata da Marzia Giustolisi.

Arresto Montante, le accuse della Procura

Al termine della complessa indagine della Squadra Mobile di Caltanissetta, coordinata dalla locale Direzione Distrettuale Antimafia, gli arrestati sono stati accusati, a vario titolo, di essersi associati allo scopo di commettere più delitti contro la pubblica amministrazione e di aver avuto accesso abusivo al sistema informatico, oltre a più delitti di corruzione. Un altro indagato è stato colpito da misura interdittiva della sospensione dall’esercizio dell’ufficio pubblico per la durata di un anno.

Secondo la Procura, Montante, ex Presidente di Confindustria Sicilia per anni ritenuto paladino dell’antimafia, avrebbe fatto parte di una vera e propria rete di ‘spionaggio’ con lo scopo di avere notizie sulle indagini della magistratura a suo carico. 

Montante, la magistratura e la mafia

Come emerge dalle indagini, coordinate dalla Dda di Caltanissetta, l’ex Presidente degli industriali siciliani avrebbe provato a corrompere anche esponenti delle forze dell’ordine per avere notizie riservate su indagini della Direzione distrettuale antimafia. Due anni fa Montante aveva ricevuto un avviso di garanzia per il reato di concorso esterno in associazione mafiosa.

Questo l’atto di accusa della Procura nell’inchiesta per concorso esterno a carico di Montante: “Per avere concorso nelle attività dell’associazione mafiosa mettendo in modo continuativo a disposizione in particolare di Vincenzo e Paolino Arnone (consigliere e reggente della famiglia mafiosa di Serradifalco, ndr) la propria attività imprenditoriale consentendo al clan di ottenere l’affidamento di lavori e commesse anche a scapito di altri imprenditori, nonché assunzioni di persone segnalate dagli stessi, ricevendone in cambio il sostegno per il conseguimento di incarichi all’interno di enti e associazioni di categoria, la garanzia in ordine allo svolgimento della sua attività imprenditoriale in condizioni di tranquillità, senza ricevere richieste di estorsioni e senza il timore di possibili ripercussioni negative per l’incolumità propria e dei beni aziendali, nonché analoghe garanzie per attività riconducibili a suoi familiari e a terzi a lui legati da stretti rapporti”. 

 

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