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Montante intercettato, aveva una ‘talpa’ all’Antimafia

Una talpa all’Antimafia per assicurarsi margini di preavviso, tempestività di intervento e (addirittura) monitoraggio diretto di eventuali interrogatori. Nuovi elementi che fanno naufragare l’immagine di integrità da sempre ostentata da Antonello Montante, l’ex presidente di Sicindustria arrestato da poco più di 24 ore. Non più soltanto ricatti e mazzette. Questa storia di corruzione, forse, è tutta ancora da scrivere. Ed è una storia di spie che conferma la sospettata rete di illegalità da anni celata dietro alla cosiddetta antimafia.

Il protagonista di questa spy story tutta siciliana, secondo la procura nissena, sarebbe il vertice di un sofisticato organismo capace di intercettare e manipolare informazioni sulle indagini che lo riguardavano, per preservare la sua ottima reputazione da paladino della legalità. Ma è tutto ancora da scrivere, si diceva.

L’intercettazione che rivela un preoccupante scenario di connivenza

C’è una talpa. O c’è stata. Ad ogni modo, Montante sarebbe venuto in qualche modo a conoscenza dell’audizione di un tale Marco Venturi, imprenditore e suo vecchio amico, nonché oggi suo principale accusatore, interrogato a tempo debito dalla Commissione Antimafia. Tradimenti e intrighi, dunque, si aggiungono all’avvincente copione che impegna procure e giornali. A riferire l’esistenza della talpa, peraltro, è il protagonista della storia, il cavaliere antimafia senza macchia e senza paura che sostiene di sapere cosa abbia detto Venturi all’Antimafia.

Montante si trova in compagnia della fedelissima Linda Vancheri, assessora regionale alle Attività Produttive della giunta Crocetta. L’imprenditore e l’amica, peraltro, stanno proprio lasciando l’abitazione dell’ex governatore siciliano, quando vengono intercettati. La frase-clou non soltanto rivela l’esistenza della talpa, ma prospetta un preoccupante scenario di connivenza tra la Commissione e l’imprenditore. “Tutte le mie domande ha fatto”, riferisce Montante alla Vancheri, lasciando intendere – dunque – che l’interrogatorio a Venturi sia stato guidato da qualcuno di sua diretta fiducia. Poi, l’imprenditore prosegue, lamentando la ‘mala figura‘ dell’ex amico e criticando la decisione della Bindy di dare luogo alle attività di verifica e accertamento.

Redazione

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