Camorra, arrestati 2 medici che proteggevano interessi dei clan

di Redazione

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Camorra, arrestati 2 medici che proteggevano interessi dei clan

| giovedì 17 Maggio 2018 - 09:15

Due fratelli Luigi e Antonio D’Ari, entrambi medici, anestesista e chirurgo estetico, in servizio presso due cliniche private napoletane della zona Chiaia e Vomero, avrebbero protetto gli interessi di camorristi in carcere o sotto processo, acquisendo i loro ristoranti di Napoli e facendo affari e investimenti con i fiduciari dei clan. È quanto emerso a conclusione di indagini coordinate dalla Direzione Distrettuale Antimafia della Procura della Repubblica di Napoli.

Chi sono tutti gli arrestati

Oltre all’arresto dei due fratelli, in carcere sono finiti anche anche Domenico Mollica (cognato dell’ex capo clan Carlo Lo Russo, oggi collaboratore di giustizia), titolare di una agenzia d’affari sita al centro direzionale di Napoli, Adriana Lo Russo, coniuge del Mollica e sorella di Carlo, nonché altri due soggetti ritenuti legati al clan Lo Russo.

I fratelli D’Ari sono gravemente indiziati del reimpiego, in attività di ristorazione, di cospicue somme di denaro proveniente da attività illecite del clan Lo Russo, con Domenico Mollica ed a Mariano Torre, già membro del gruppo di fuoco del clan e oggi collaboratore di giustizia. I due medici sono anche gravemente indiziati di favoreggiamento nei confronti dei titolari delle attività di ristorazione, detenuti e sotto processo, per aver sottoscritto con l’amministrazione giudiziaria, negli anni 2013-2014, contratti di affitto di vari ristoranti all’epoca sequestrati, assicurandone la gestione di fatto ed il conseguimento del profitto economico agli stessi titolari. Per il delitto di estorsione nei confronti dei fratelli D’Ari, costringendoli a versare una somma mensile, già anzitempo pattuita con il precedente titolare di uno dei ristoranti acquisiti, è gravemente indiziato Mollica, unitamente a Mariano Torre e ai due soggetti complici. Adriana Lo Russo è stata sottoposta agli arresti domiciliari, perché gravemente indiziata di ricettazione aggravata per aver consegnato somme provenienti da attività illecite del clan ad esponenti dell’organizzazione stessa.

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