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Milano, Corona attacca il pm e…Matteo Salvini

Fabrizio Corona non conosce pace. Il sostituto procuratore ha chiesto, durante la prima udienza del processo d’appello al tribunale di Milano, una condanna a 2 anni e 9 mesi più la confisca del tesoretto per l’ex re dei paparazzi. Il fotografo è imputato infatti per i 2,6 milioni di euro in contanti nascosti nel controsoffitto dell’appartamento della sua collaboratrice e in una banca di Innsbruck, in Austria. 

La richiesta avanzata dal pg non è andata giù a Corona che, fuori dall’aula, ha espresso sarcasticamente: “Ringrazio il pg perché non ha capito nulla. Io non solo so il diritto, io glielo insegno”. “L’impugnazione della Procura è inammissibile, nel processo abbiamo sentito già 60 testimoni, chiedere due anni e nove mesi ora è vergognoso, non ha capito un c…“, ha commentato Corona.

In prossimità della nuova udienza, fissata per il 21 settembre, Corona ha ammesso: “La testa a posto io non la metterò mai. Fa parte dell’essere e della follia. Io sono genio e sregolatezza. Ma il caos bisogna governarlo”.

Milano, il botta e risposta tra Corona e Matteo Salvini

L’ira di Corona si è abbattuta pure sul ministro degli Interni Matteo Salvini. “Non mi sento rappresentato da un Luigi Di Maio o da un Matteo Salvini – ha affermato -. Se Salvini è ministro dell’Interno, io potrei fare il ministro della Giustizia“.

E ci mancava pure Corona…“: ha replicato Salvini postando su Twitter un’immagine del fotografo.

Milano, la sentenza di primo grado

Il processo di primo grado si era concluso con una condanna lieve per Corona: un anno di carcere contro i cinque chiesti dalla pubblica accusa. Ma la Procura ha deciso di presentare ricorso in appello. Il fotografo ha messo in chiaro davanti ai giornalisti: “Non ho paura, non ho mai avuto paura e non ho paura di niente. Vincerò anche questa battaglia”.

Non si è risparmiato contro la decisione dei pm di impugnare la sentenza: “Quando c’è un’assoluzione oggettiva, bisognerebbe avere onestà intellettuale e ammettere di aver sbagliato e perso. Bisognerebbe avere un lato umano che è difficile trovare nelle aule di un tribunale”.

Nelle scorse settimane il magistrato di sorveglianza gli aveva concesso la possibilità di lavorare, “mossa obbligata” secondo Corona: “Con il mio lavoro dichiaro al Fisco 5 milioni all’anno. Mi devono dare il diritto di andare a lavorare anche se vado a fare una serata in discoteca e prendo 10mila euro”.

 

Veronica Mandalà

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