Milano, il Comune vara il “piano moschee” ed è subito polemica

di Rosanna Pasta

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Milano, il Comune vara il “piano moschee” ed è subito polemica

| mercoledì 06 Giugno 2018 - 10:50

Il Comune di Milano ha varato il nuovo “piano moschee”. In base a quanto previsto nel Piano delle attrezzature religiose, il documento che permette di realizzare nuovi luoghi di culto, sono state regolarizzate 4 moschee e ne sono state aperte altre 2. Arrivano critiche dai presidenti di centrodestra dei Municipi interessati al bando.

Milano, il Comune vara il “piano moschee” ed è subito polemica

“La nostra non è una sanatoria” ha precisato Pierfrancesco Maran, assessore all’urbanistica della giunta Sala. Il Piano delle attrezzature religiose, prescritto dalla Regione, è un documento necessario per poter aprire nuovi luoghi di culto e prevede anche una serie di adempimenti come la presenza di strade di collegamento, distanze minime e parcheggio pubblico. La norma regionale, precedentemente definita “anti-moschee”, aveva bloccato l’assegnazione da parte del Comune di 3 luoghi di culto a Milano.

La mossa del sindaco Sala sembra in controtendenza rispetto alle linee tracciate dal nuovo governo Lega-M5S. Il sindaco, infatti, mette a bando spazi comunali per luoghi di culto, mentre nel contratto del nuovo esecutivo si parla della creazione di una legge ad hoc per definire fondi previsti per la costruzione dei centri irregolari.

Nel piano sono mappati 299 luoghi di culto già esistenti, a questi se ne aggiungono altri 18 nuovi individuati da Palazzo Marino. Le aree pubbliche interessate sono 3 e saranno messe a bando quando il piano di governo del territorio sarà approvato. Si tratta di via Marignano, di interesse per gli Evangelici, di via Esterle e di un’area da individuare all’interno del parcheggio Trenno di via Novara, a cui mirano le comunità islamiche. Sempre relativi alle comunità islamiche, ci sono anche 4 immobili: via Padova/Cascina Gobba per l’Associazione Al-Waqf Al-Islami in Italia, via Maderna per la Comunità Culturale Islamica Milli Gorus, via Gonin per l’Associazione Culturale no profit Der El Hadith e via Quaranta per la Comunità Islamica Fajr. Non è presente nell’elenco viale Jenner.

Il piano prevede l’assegnazione di spazi per tutti i culti religiosi. Il Comune, infatti, nei mesi scorsi ha raccolto 42 richieste dalle comunità presenti nel territorio. Di queste, 2 riguardavano le aree di via Marignano e via Sant’Elia, di proprietà comunale, 10 erano generiche e non indicavano un luogo preciso, mentre 24 specificavano l’area. Tra le richieste specifiche ne sono state accolte 9 a cui si aggiungono le 4 richieste degli islamici e 3 immobili per i cristiano-evangelici.

Un provvedimento per garantire la massima libertà di culto. “Con questo piano – dice l’assessore Maran – non solo intendiamo garantire il pieno diritto di culto a tutte le religioni ma vogliamo farlo rispettando tutte le condizioni di sicurezza, selezionando luoghi adatti e ponendo fine a soluzioni improprie come gli scantinati, con le necessarie verifiche da parte del Ministero degli Interni”. Sarà quindi necessaria la totale trasparenza nella gestione e nella documentazione dei finanziamenti ricevuti, sia che provengano dall’Italia, che dall’estero. “Questa è una proposta base – prosegue Maran -. Nei prossimi 60 giorni le parti sociali e i Municipi potranno presentare le proprie osservazioni al piano. La nostra è una proposta molto conservativa che ha tra le finalità anche quella di spostare i luoghi di preghiera dagli edifici residenziali”.

I presidenti di centrodestra dei Municipi interessati al bando storcono il naso. Tra i più critici ci sono il 2 con via Esterle, il 4 con via Marignano e il 7 con il parcheggio Trenno di via Novara. “Ciò che ci ha lasciato più perplessi – ha sottolineato Paolo Guido Bassi, leghista e presidente di Zona 4 – è aver scoperto dai giornali la decisione di Palazzo Marino. Nessuno ci ha chiamati né ci ha informati della volontà di lanciare un bando relativo a edifici delle nostre zone”. Parole dure anche da Samuele Piscina, presidente di Zona 2: “Chiediamo da anni in gestione al Comune l’edificio di via Esterle, così da poterlo impiegare per le attività dedicate ai cittadini. Ma non ce lo vogliono dare, preferiscono destinarlo agli islamici”.

Le polemiche sono state alimentate dai cittadini sui social. “A Rogoredo abbiamo il via vai di zombie. Perché non beccarci anche una bella moschea? Grazie mille”, scrive un residente sotto un post del suo presidente di Municipio. Un’altra aggiunge: “Ci mancava solo la moschea”.

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