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Mondiali 2018 macchiati di sangue. L’ennesima strage

Si rivive lo stesso strazio, si mette in atto una nuova strage. Ancora una volta la Russia si sporca le mani con il sangue di migliaia di cani randagi per riscattare la sua immagine con l’Occidente. Come avvenne prima delle Olimpiadi di Sochi del 2014 e degli Europei in Ucraina del 2016, le strade delle principali città russe sono state “ripulite” dalla presenza di randagi che, stando a quanto riferito dalle organizzazioni animaliste che hanno denunciato il fatto, si erano perfettamente integrati nel tessuto urbano.

Una strage senza fine

Bocconi avvelenati, cerbottane, colpi di pistola e di piccone sono stati i metodi utilizzati dalle squadre della morte per eliminare quanti più randagi dalle strade che da domani ospiteranno i Mondiali di calcio 2018. Il tutto per un obolo, 1 euro e mezzo circa a vittima. “Sembra che tutti si siano dimenticati che in questi mesi in Russia in vista dei mondiali di calcio che iniziano proprio domani sono stati sterminati migliaia di cani“, denunciano dall’AIDAA.

Per questo motivo l’Associazione Italiana Difesa Animali ed Ambiente invita tutti domani, proprio in occasione della partita inaugurale di questi mondiali a mettere sul proprio profilo Facebook un segno (lume o nastrino a lutto) per indicare l’adesione alla giornata di lutto in ricordo dei cani uccisi in Russia.

La richiesta dell’AIDAA

“Negli anni scorsi la partecipazione dell’Italia ai Mondiali ed ai campionati europei in Ucraina ci aveva visti impegnati tutti maggiormente in questa iniziativa, ora crediamo – sottolinea Lorenzo Croce presidente di AIDAA – che sia però giusto dare un piccolo segno di ricordo anche per queste migliaia di anime pure uccise per liberare le strade russe dalla loro presenza in vista dell’arrivo delle squadre dei mondiali di calcio per questo noi non dimentichiamo ed invitiamo tutti a fare altrettanto”.

 

 

 

Redazione

Si24 è un quotidiano online di cronaca, analisi, opinione e approfondimento, fondato nel 2013 e con sede a Palermo. Il direttore responsabile ed editore è Maria Pia Ferlazzo.

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