Caso cani bruciati vivi, AIDAA ipotizza pista mafiosa

di Redazione

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Caso cani bruciati vivi, AIDAA ipotizza pista mafiosa

| martedì 26 Giugno 2018 - 12:53

Anche AIDAA denuncia il terribile gesto avvenuto nei giorni scorsi ad Albaredo per San Marco, in provincia di Sondrio. Questa mattina, si legge in una nota, il presidente di AIDAA Lorenzo Croce ha firmato l’esposto che è stato inviato alla procura della Repubblica di Sondrio. 

Il presidente AIDAA ha proposto tre ipotesi sulla vicenda dei due cani bruciati vivi nella loro cuccia in Valtellina. “La prima – si legge nella nota – riguarda una segnalazione relativa alla gestione dei cani che sarebbe stata fatta dai vicini alle autorità che per motivi non chiari non hanno effettuato il sopralluogo per verificare se i cani erano o meno tenuti in condizioni adeguate dalla proprietaria (e visto il recinto parrebbe proprio di no)”.

Altre due ipotesi sulla vicenda dei cani bruciati vivi in Valtellina

Anche la seconda ipotesi fa riferimento ai vicini che “secondo quanto dichiarato dalla proprietaria dei cani si sarebbero in passato lamentati minacciando la morte dei cani, certo appare molto strano – sottolineano dall’AIDAA – che chi decide di fare un simile atto sia così poco previdente da annunciarlo, e se di questo si tratta ci viene da chiedere perché bruciare vivi i cani e non limitarsi per esempio ad avvelenarli come succede quasi ovunque”.

La terza spiegazione ancora più terribile e viene ricondotta a una faida “un avvertimento in stile mafioso magari una faida tra cacciatori per motivi che non siamo ancora in grado di decifrare”.

AIDAA a questo proposito chiede che “chiunque abbia notizie in merito a quanto avvenuto si rivolga direttamente ai carabinieri di Morbegno che stanno seguendo le indagini”.

 

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