Ilaria Alpi, il gip dispone nuove indagini: “no” all’archiviazione

di Redazione

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Ilaria Alpi, il gip dispone nuove indagini: “no” all’archiviazione

| martedì 26 Giugno 2018 - 19:24

C’è ancora speranza per accertare la verità sull’omicidio della giornalista Ilaria Alpi e del cameraman Miran Hrovatin. Lo ha deciso il gip di Roma che ha disposto nuove indagini sul duplice delitto avvenuto il 20 marzo 1994 a Mogadiscio. Il giudice, respingendo la richiesta di archiviazione avanzata dalla procura di Roma, ha concesso altri 180 giorni per la prosecuzione degli accertamenti. 

Decisiva la trascrizione di una intercettazione tra due cittadini somali, presente nelle carte di una inchiesta della Procura di Firenze, e inviata a piazzale Clodio nell’aprile scorso alla vigilia dell’udienza davanti al gip. Il giudice Andrea Fanelli chiede alla procura di ascoltare i protagonisti di quella intercettazione. Su tutti Abdi Badre Hayle “al fine di accertare da chi è partito l’ordine di versare la somma di 40 mila dollari all’avvocato Duale e come egli facesse a sapere che era ‘per la questione Hashi'”.

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Il giudice, inoltre, chiede ai pm di ascoltare “Mohamed Geddi Bashir al fine di accertare da chi ha ricevuto l’informazione – è detto nel documento del gip come riporta l’Ansa – che Hashi Omar Hassan era stato ingiustamente condannato per l’omicidio di Ilaria Alpi e che quest’ultima era stata invece uccisa da militari italiani“. Il gip chiede anche di ascoltare l’avvocato Douglas Duale per accertare se effettivamente “gli sia stato corrisposto del denaro dal governo somalo o da altri soggetti per la difesa di Hashi Omar Hassan”. 

Ma c’è di più, perché il gip ha chiesto anche di ascoltare “la fonte confidenziale citata nella relazione Sisde del 3 settembre 1997, previa nuova richiesta al direttore pro tempore in ordine all’attuale possibilità di rivelarne le generalità“. Nella relazione dei servizi segreti “emergerebbe il coinvolgimento dell’imprenditore Giancarlo Marocchino nel duplice omicidio nonché in traffici di armi”. A tal proposito il gip Andrea Fanelli cita il suo collega, Emanuele Cersosimo, che con una ordinanza del 2 dicembre 2007, aveva chiesto che venisse ascoltata quella fonte confidenziale dell’allora servizio segreto civile ma “il ministero dell’Interno aveva risposto, con nota del primo aprile 2008, che perduranti esigenze di tutela della fonte stessa non consentivano di fornire elementi atti a rivelarne l’identita’”. Dopo oltre dieci anni “appare utile verificare la persistenza delle ragioni di segretezza addotte dal Sisde”,conclude Fanelli. 

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