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Plastica in mare, allarme WWF per animali in pericolo

5 gigantesche isole di plastica nel mondo e 700 specie animali in pericolo. Sono i dati allarmanti che emergono dal report del WWF che avverte anche sull’enorme quantità di plastica presente nel Mediterraneo: ben il 7% del totale mondiale quando conta appena l’1% delle acque globali. L’eccesso di plastica in mare, avvisa il WWF, non rappresenta un problema solo da un punto di vista dell’inquinamento ma anche per la salute e la sopravvivenza della fauna marina.

I rischi dell’ingestione dei plastica in mare

Lesioni, ferite, deformità, soffocamento sono tra i rischi più frequenti per tartarughe, pesci, uccelli, invertebrati e mammiferi marini che spesso rimangono intrappolati in reti da pesca, imballaggi e lacci ad anello. Delle 700 specie in pericolo il 17% è stato classificato come “minacciato” o “in pericolo critico” di estinzione dall’ IUCN, l’Unione Internazionale per la Conservazione della Natura.

Accade poi che spesso gli animali ingeriscano plastica o perché credono che siano prede o perché mangiano altri animali che a loro volta hanno ingerito plastica. Il WWF riferisce che oltre il 90% degli uccelli marini presenta nello stomaco frammenti di plastica e 314 specie nel Mediterraneo hanno ingerito plastica. L’ingestione anche di piccoli frammenti di plastica può causare nell’animale ulcere, perforazioni, necrosi e blocchi intestinali.

Alimentazione e plastica in mare

Anche l’alimentazione viene coinvolta dall’eccesso di plastica in mare. Il report del WWF ha calcolato nelle cozze e nelle ostriche che provengono da acquacoltura sono presenti “concentrazioni di microplastiche tali che il consumatore medio europeo di molluschi può arrivare ad assumere fino a 11.000 microplastiche l’anno”. Non ne rimangono esenti nemmeno tonni e pesci spada del Mediterraneo che nel 18% dei casi presentano residui di plastica nello stomaco.

Fonte foto WWF

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Si24 è un quotidiano online di cronaca, analisi, opinione e approfondimento, fondato nel 2013 e con sede a Palermo. Il direttore responsabile ed editore è Maria Pia Ferlazzo.

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