Sicilia, 5 mln per valorizzare Dorsale dei Nebrodi

di Redazione

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Sicilia, 5 mln per valorizzare Dorsale dei Nebrodi

| mercoledì 03 Ottobre 2018 - 15:05
 
Sessantaquattro chilometri di sentieri per valorizzare la ‘Dorsale dei Nebrodi’, che da Floresta va a Mistretta: opere di ingegneria naturalistica, senza modificare né la percezione del paesaggio nella sua integrità storico-culturale, né alterare la biodiversità dell’area di intervento. Lo prevede il progetto da cinque milioni di euro per la rifunzionalizzazione del tratto Portella Mitta – Portella Femmina Morta – Serra Merio predisposto dal Parco dei Nebrodi e già trasmesso all’Ufficio gare (Urega) di Messina per la procedura di affidamento dei lavori.
«Saranno interventi  su un percorso già esistente da riqualificare, senza impatto ambientale e che si integreranno perfettamente con l’habitat circostante., ha detto il Presidente della Regione siciliana, Nello Musumeci. L’obiettivo è  rendere più fruibili scenari naturali sviluppando nuovi segmenti di turismo.
 
Valloni, muretti e staccionate
L’opera, finanziata dall’assessorato regionale del Territorio e Ambiente, nasce d’intesa  con i Parchi regionali, l’Azienda foreste demaniali e il Club alpino come appendice del “Sentiero Italia” nel territorio siciliano. Il progetto prevede la sistemazione degli attraversamenti dei valloni, con passaggi a sfioro realizzati in pietra locale, il ripristino dei muretti a secco esistenti, la regimentazione delle acque meteoriche, la posa in opera delle staccionate mancanti o divelte.
Sarà migliorato anche l’attuale sistema di segnaletica e cartellonistica,  per uniformare e rendere universale il sistema di lettura.
«Scopo dell’intervento – ha spiegato  il commissario del Parco, Luca Ferlito – è quello di giungere a riscoprire il rapporto con gli abitanti della montagna, per potenziare le forme di turismo sostenibile.  Non saranno, infatti, riattivati solo i sentieri e le infrastrutture ricettive, ma si punterà l’attenzione sulla componente umana e sulle sue tradizioni: spazio quindi all’artigianato locale, ai segni dell’uomo in montagna, ai musei, agli agriturismi e a tutto quanto possa permettere il potenziamento del  turismo naturalistico e scientifico. Fruizione a 360 gradi e rispetto della natura e dell’uomo, in tutte le sue accezioni, ripartendo dal forte ruolo del Parco e dalla sua identità».

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