Un tweet, una richiesta d’aiuto dall’alto mare. Sea-Watch lancia il nuovo allarme: “Mare mosso, da 11 giorni senza un porto, l’odissea di Capodanno delle Ong”. La richiesta agli Stati europei è chiara: permettere lo sbarco di 49 naufraghi soccorsi nel Mediterraneo e ancora a bordo di due navi, una della Sea-Watch e l’altra della tedesca Sea-Eye con a bordo rispettivamente 32 e 17 migranti.
“La legge del mare – dichiara Jan Ribbeck, capo missione sulla nave della tedesca Sea-Eye – dice chiaramente che il tempo che le persone devono trascorrere in mare, dopo essere state tratte in salvo da una situazione di stress, deve essere ridotto al minimo”. Le due organizzazioni avevano anche invano chiesto aiuto alla Germania oltre a “Malta, Italia, Spagna, Paesi Bassi, Germania, Ue. “Speriamo di ricevere supporto dal ministero degli Esteri tedesco nella ricerca di un porto sicuro”.
Ribbeck poi accusa: “Siamo delusi dal comportamento del centro di coordinamento del soccorso marittimo di Brema: non hanno dichiarato né verbalmente ne’ per iscritto di condividere la nostra visione, ma si sono limitati a dirci di seguire gli ordini dei libici”. SeaEye dal canto suo spiega che i propri volontari si sono “opposti alla consegna delle persone soccorse alla guardia costiera libica” perché avrebbe rappresentato una “violazione delle leggi internazionali”.