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“Acqua passata¿”, a Palermo l’arte come ponte comunicativo per ricordare i morti in mare

Inaugurato a Palermo l’evento “Acqua passata¿”, una vera e propria “community” per celebrare e ricordare le tragedie del mare in senso ampio. In tanti hanno così risposto all’invito della Fondazione Federico II.

Alcuni ci hanno messo la faccia lanciando liberamente un messaggio attraverso un video che gira su web e i social da qualche giorno. Insieme a questi volti, più o meno noti, hanno aderito in silenzio anche diverse comunità di ogni razza e religione.

Il primo ottobre a Piazza del Parlamento, l’inaugurazione dell’evento commemorativo. A partire dai 366 morti il 3 ottobre del 2013 a pochi metri dalla costa di Lampedusa, vengono ricordati poi i diciottomila essere umani rimasti cadaveri da quel giorno nel Mediterraneo.

“Acqua passata¿”, a Palermo l’arte come ponte comunicativo

L’arte diventa quindi un ponte comunicativo. “L’arte per il sociale – spiega Patrizia Monterosso, direttore generale della Fondazione Federico II -. L’arte che grida per tantissimi morti e che inneggia alla vita. Oggi commemoriamo la morte perché non ci sia silenzio su quelle morti ed esaltiamo la vita di chi ce l’ha fatta”.

I riflettori, infatti, si sono accesi sull’installazione dell’artista palermitano Cesare Inzerillo. Un’opera volutamente surreale: un barca di legno. “Ho cercato di dare una lettura mia personale – spiega l’artista -, provando anche ad esorcizzare i luoghi comuni. La barca per me rappresenta una sorta di carro trionfale”.

Il ricordo dei morti in mare

Il titolo Acqua Passata¿ culmina con un punto interrogativo non causale: innesca, infatti, la riflessione su temi come le tragedie del mare e la “non” accoglienza: è o non è acqua passata?

“Non per tutti è acqua passata quello che è successo nella traversata del Mediterraneo – dice il presidente dell’Assemblea Regionale Siciliana, Gianfranco Micciché -. Pensate che soltanto negli ultimi anni sono morte in acqua diciottomila persone. Però dobbiamo anche pensare che tantissime persone ce l’hanno fatta e per questi è acqua passata”.

Palermo diventa una città aperta e accogliente. “Abbiamo voluto a tutti i costi che questa città si trasformasse rispetto al suo passato molto doloroso – spiega l’assessore alla cultura di Palermo, Adham Darawsha -. È diventata una città accogliente, una città aperta, dove i valori della vita vengono sempre al primo posto”.

Non mancano quindi gli spunti di riflessione di un tema sempre più attuale. “Questo è un momento per lanciare un’idea – dice Salvatore Martello, sindaco di Lampedusa – e possibilmente riunire tutti i Paesi europei su questo argomento. Per cercare di raggiungere un accordo tra le diverse nazioni”.

 

Immagini  Marcella Chirchio

Montaggio Mario Castiglia

Rosanna Pasta

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Rosanna Pasta
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