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Alta cucina, da Acanto inaugurazione del Menù autunnale in un giorno di pioggia

Ámelie Poulain diceva che tra i piaceri della vita c’è l’immergere la mano in un sacco di legumi o rompere la crosticina di una creme brûlé con la punta del cucchiaino. Quello che, invece, dico io ad Ámelie è che non ha mai assaggiato la cucina dello chef Salvatore Giuliano altrimenti i legumi sapete che fine facevano…

Infatti, con l’umore che raggiungeva i massimi storici come quando annunciarono che non ci sarebbe stata un’altra stagione di Mistero, sono andata a provare il menù autunnale del ristorante Acanto a Palermo. La serata, trascorsa in totale piacevolezza, ha regalato dei picchi notevoli con la cucina gourmet dello chef.

Partendo con un’amouse bouche di Tartare di tonno con crema di lattuga accompagnata da un rum aromatizzato al basilico, estratto di passion fruit e acqua Faba, sono stata condotta verso i due antipasti. Una Scaloppa di foie gras d’anatra, crudo di gambero rosso di Mazara del Vallo, maionese di sedano e il suo brodo e un Calamaro saltato al timo su fonduta con bottarga e lime hanno dato il via a questo cammino di Santiago fatto di sapore e buon bere.

Come Bruce Pappalardo nei suoi momenti di gloria, a testa alta mi sono lasciata trasportare verso un ‘primo’ di Ravioli di funghi porcini e pecorino con brodo di verdure alla salvia e olio di nocciole. Sebbene nel raviolo i porcini fossero appena sapraffatti non mi sono lasciata sconfortare e col coraggio di chi nelle spremute beve anche i pezzini sono arrivata al secondo.

Un Sandwich di triglia con cicoria e provola su vellutata di patate alle vongole mi hanno riportata ai tempi in cui la mia cara nonnina mi preparava il pesce nelle serate fredde e piovose ed io ero davvero felice.

Col primo bottone del pantalone slacciato ormai da tempo sono arrivata sana e gongolante al dessert. Un dolce non dolce dove la carota fa da sovrana (gelatina e mousse), accompagnata da cioccolato bianco, pasta di mandorle, marmellata ai frutti di bosco e polvere di zenzero.

A coronare la prima portata e l’ultima è stato degno di una gran menzione il barman Andrea Faraci che è riuscito con maestria ad esaltare le portate della cena.

Che dire, una cena davvero esclusiva in ottima compagnia e splendidamente gestita dal titolare Salvo Andò che ha reso tutto un pizzico più speciale di quanto non fosse già!

Paola Chirico

Ho 25 anni e nella vita aspetto l'ora di pranzo a livello amatoriale. Da grande sogno di aprire un'agenzia di comunicazione tra Louis Vuitton e il buon gusto e nel tempo libero presiedo un'associazione che si occupa di recuperare i fondi per la ricerca del buonsenso. Attualmente collaboro con testate web e blog trattando temi che abbiano attinenza col mondo del cinema e delle serie tv, e per citare Scorsese: “Andare al cinema è come andare in chiesa per me, con la differenza che la chiesa non consente il dibattito, il cinema si.”

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Paola Chirico
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