Categorie: Punti di vista

Oltre al ‘no’ a Salvini, qual è il senso politico delle ‘sardine’?

Ok, la reazione agli slogan e alle “sparate” salviniane; ok, la voglia di rioccupare spazi lasciati vuoti, per gridare la voglia di esserci. Ma per dire cosa? Al di là del fermo “no” a quello che dice (ma anche a quello che gli è attribuito) Salvini, cosa resta politicamente del raduno delle “sardine”? A quale mulino porteranno acqua?

Al PalaDozza, i leghisti erano di meno e le sardine, in piazza Maggiore di più. Bene, bellissimo, ne prendiamo atto. Ma ora? Nel palazzetto la Lega propone risposte, soluzioni. Sbagliate, magari non condivisibili, da certi punti di vista, anche se non sono quel pericolo per la democrazia che la sinistra sciocca, senza argomenti e, perciò, perdente, denuncia. Ma è politica. La mega piazzata del Crescentone no, o non ancora.

Se non ne nasce qualcosa di propositivo, un’idea alternativa, popolare e nuova. Magari, trasversale, che non si esaurisca nei soliti slogan di un antifascismo inattuale e che ama parlarsi e manifestarsi addosso. Ne vedremo ancora di raduni di sardine, si allargheranno a macchia d’olio, faranno felici i leader della sinistra, che amano i simboli più che i contenuti, ma non produrranno nulla. Già altri hanno riempito piazze, dietro ex comici che mandavano tutti a “vaffa… “, ricordiamolo, ma per contestare chi governava, mentre adesso si attacca chi è all’opposizione, e anche questa è un’anomalia delle sardine.

Ma arrivati al governo i grillini stanno mostrando tutti i limiti di chi non ha visione politica, di chi non ha cultura, preparazione e progetto politico, e sono destinati a sparire molto presto, lo dicono i sondaggi. L’unica speranza, quindi, è la politica perché, se non hai nulla da dire, dopo i bagordi di una sera di protesta e di festa, si finisce per non lasciare traccia, per sprecare occasioni e energie

Stanislao Lauricina

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Stanislao Lauricina
Tags: grillinilegaSalvinisardine