Categorie: Cronaca

Lettera dei dipendenti Isida a Puglisi. “Vuole fare cultura bloccando la formazione?”

Riceviamo e volentieri pubblichiamo la lettera aperta dei dipendenti dell’Isida all’ex presidente e attuale liquidatore, professore Gianni Puglisi.

 

Dopo le innumerevoli nostre richieste di incontrarla personalmente sempre disattese, ricorriamo al mezzo stampa per fare sentire la nostra voce.

Consci della sua sensibilità per la cultura, ci chiediamo come sia possibile privare una Regione come la Sicilia del centro d’eccellenza che per oltre un cinquantennio è stato punto di riferimento per i giovani del Mezzogiorno, negare il diritto cioè alle nuove generazioni che per ricevere una formazione d’eccellenza saranno costrette ad abbandonare la propria terra e subirne il conseguente danno economico.
Siamo consapevoli delle difficoltà economiche della nostra Regione, e nonostante il consistente taglio del contributo avvenuto per l’anno in corso, che comunque poteva essere integrato con l’ammissione al finanziamento dell’avviso 20/2011 ai quali l’Istituto era stato regolarmente inserito, restiamo increduli dinanzi a questa drastica decisione. Perché allora depositare e registrare il marchio e il logo a tutela dell’Istituto?
A causa del provvedimento di sospensione delle attività istituzionali conseguente all’avvio della procedura di liquidazione, da ottobre 2012 i 14 neolaureati (partecipanti all’ultima edizione del Master in General Management) non stanno completando il loro percorso formativo e le aziende ospitanti hanno dovuto interrompere il rapporto di stage, che poteva concretizzarsi in una reale opportunità di lavoro.
È questo forse il nuovo modo di fare cultura? E di promuovere lo sviluppo della nostra Regione?
                                                                                                                           I dipendenti ISIDA

Redazione

Si24 è un quotidiano online di cronaca, analisi, opinione e approfondimento, fondato nel 2013 e con sede a Palermo. Il direttore responsabile ed editore è Maria Pia Ferlazzo.

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